“Carnilivar ‘i pagghi” negli anni 30-40
Za Maria a “Chidaia“, za Maria a “Vuttafuoca” e “Ncicca a Pidalisa” preparavano a Carnevale un fantoccio di paglia, “Carnilivari ‘i pagghia“, vestito con gli abiti della festa: giacca e pantaloni, scarpe e cappello erano del marito di za Maria a Chidaia, emigrato in America; le dita della mano del fantoccio venivano adornate da molti anelli; il volto era formato da una maschera di carta colorata, nella quale c’erano disegnate l’apertura della bocca, degli occhi e delle narici, la testa era coperta da un cappello. Za Sceppa ‘“i Ncinciculi ” era una praticona che “addirizzava i vrazzi” e venne chiamata d’urgenza a casa di za Maria a Chidaia a prendersi cura di un “Forastiero” che si era infortunato ad una caviglia. L’ospite giaceva a letto avvolto dalle coperte e mostrava scoperto a za Sceppa solo il piede da trattare.
Quando il massaggio, le manipolazioni della caviglia ebbero inizio, il piede, rivestito da un calzino e contenuto dentro una scarpa nera, cadde all’improvviso a terra. La reazione di za “Sceppa” fu violenta, si avventò contre le tre amiche, dopo aver constatato che il piede apparteneva ad un fantoccio di paglia e non ad un ospite infortunato. Lo scherzo si concluse con una fragorosa risata. Questa storiella è stata tratta da una registrazione audio di un mio colloquio avvenuto con Za Maria a “Magnopra” La Camera nel 1985.