La macchia di Maiulinö

Raccontava, circa 60 anni fa, zio Antonio  Maradei alias Sciushco, che una sera mentre  ritornava con il suo mulo da Mezzana, giunto nella  curva della vecchia scorciatoia, a qualche centinaio di metri dalla casa di Zu Silvio Ntullö, scorse in prossimità di una macchia di agrifoglio un signore a cavallo che incitava  la sua bestia ad accelerare il passo  sulla salita dissestata e pietrosa. Ah! ah! ah! cosi  urlava il

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“Affascina” e “magarie” nel villaggio delle favole

Prologo al mondo magico di Conocchielle “Sutt’acqua e sutta vient pa nucara ‘i malivient”: si dice che le streghe celebrassero il loro Sabba, vale a dire il loro incontro settimanale notturno, sotto le fronde del gran noce di Benevento in Campania. Le streghe si riunivano indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, il vento e la pioggia non ostacolavano l’incontro. “L’AFFASCINA” lat. Fascinum, in italiano Fascinazione, malocchio, legatura appartiene ad una magia minore,

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L’aldilà: Tatà, Sciushco e la fiammella

Questo racconto a sfondo animistico riguarda mio padre Nicola Propato e suo zio Antonio Maratea, detto Sciushco, che perse il suo unico figlio Vincenzo, forse, per difterite all’età di 18 anni. Nella guerra del 40 la miseria, la fame arrivarono anche nelle nostre contrade. L’approvvigionamento del cibo e di materie prime avveniva di notte con muli, cavalli ed asini, che raggiungevano i paesi vicini, oppure attraverso la scala di Gaudolino

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L’aldilà: Zu Matteo i “Ginnirali” e Marcazzozzo

Zu Matteo i “Ginnirali” , padre dell’avvocato Pippinuzzo Rizzo e di Maria, era un usciere comunale, un giorno si recò in c/da Frida a casa di Antonio Fiore, la cui moglie Rosa De Angelis portava il soprannome del padre, detto “Marcazzozzo“, che era morto molto tempo addietro. Zio Matteo fu accolto con cordialità dalla famiglia Fiore, mangiò e dormì a Frida, a casa loro e godette della generosa ospitalità. A

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Za Rosa ‘a “Strampalata”e la grande testa

Za Rosa ‘a “Strampalata” con il marito Francesco svernavano, ogni anno,, assieme alla loro famiglia, nella Marina di Policoro: mondavano il grano, raccoglievano le olive, tagliavano la legna presso le masserie, i feudi dei latifondisti, dei baroni. Una sera, in località Recoleta, mentre za Rosa rassettava sommariamente la casa, al termine di una faticosa giornata di lavoro, sentì bussare ripetutamente alla porta; ritardò un po’, non aprì subito l’uscio, perchè

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Zu Giseppu i Caioni ed il puledro

Antefatto: Zu Giseppu ‘i “Caioni” era uno zio di nanna Ncicca Gallicchio -mamma di nonno Rocco Faillace- abitava in via Rauta a Conocchielle, nella casa di za Rosa Antonia e di zu Franciscu Ciminelli, che erano i genitori di Agostino, di Vincenzo e di Maria Il Fatto: Zu Giseppu era un bovaro ed ogni giorno portava le bestie al pascolo; Una sera, mentre faceva ritorno a casa, si accorse che

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Antonio Peluso “Mattiazzi” e za Rusina

Antefatto: a) Antonio Gallicchio detto “Piedipiluso” è figlio di Pippino I “Pitrantonio e di Saveriedda i “Mattiazzi”, abitava a Conocchielle in rione Rauta, dietro la casa di Cristiano Vincenzo; da molti anni, sposato con Ida Gallicchio, ha una figlia di nome Sonia, vive a Milano b) Zia Rosina Gallicchio, moglie di La Camera Rocco detto “u cantiniere”, morì di parto in data 22/01/1956, all’età di 36 anni, assieme al figlioletto,

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Nonna Rosa Fiore e la bella signora

Antefatto: Mia nonna materna, Rosa Fiore, rimase orfana in giovanissima età, la mamma era una bella donna, si chiamava Mariangela Viceconte, e proveniva dalla frazione Mezzana Torre, morì di Spagnola, una pandemia influenzale che causò milioni di morti tra il 1918 ed il 1920. Suo padre Peppe Fiore, dopo la morte della moglie, convisse per molti anni con Gallicchio Francesca, chiamata Ncicca, moglie di Giovanni Faillace, morto nella Grande Guerra

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