Modi di dire 1

Prima pagina

  1. ‘A vita iè nu pisatur’ goi ‘n gul’ a mia/tia e crai pur ‘
    • la vita è un “pisaturo” (pestello) oggi in culo a te e domani pure
  2. A vozza chiëna i scidd’ rutt
    • lo stomaco pieno e le ali rotte,
    • riferito a persona di buon appetito, ma impedita nei movimenti e specialmente nella deambulazione
  3. Abbinidìca !!
    •   Dio benedica, l’espressione viene usata come formula di rispetto e di buon augurio,  di meraviglia, di stupore, di ringraziamento, o per allontanare, scongiurare energie negative da persone, animali e cose: si dice abbinidica, ad esempio, ad un bimbo affinché cresca bene nel fisico e nell’anima, al pane che lievita affinché lieviti bene, al raccolto abbondante affinché perduri e si ripeta nel futuro, al vino che fermenta affinché renda molto e sia di qualità, ad una grossa somma di denaro come segno di meraviglia, allo stipendio affinché sia sempre più consistente, ad una persona che mangia con avidità e che suscita meraviglia
  4. Abbìvir’s i gaddin’ quann’ chiov’d’ 
    • abbeveri le galline quando piove.
    • fare una cosa inutile
  5. Abbinidìch’ abbinidicàm’ chiù picchi simi e chiù miégh’ jam
    • evviva, evviva stiamo meglio quando siamo pochi
  6. Accid’m e iett’m a ndi mii
    • ammazzami e buttami dai miei
    • anche da morto è importante ricongiungersi con i propri cari
  7. A  ccu tand’ a ccu nend
    • a chi tanto, a chi niente
  8. Ha dda coc’ ‘nda l’acqua suia
    • deve cuocere nel suo brodo.
    • deve subire le conseguenze dei propri errori
  9. alleva figgh’ alleva puorc
    • alleva figli, alleva porci.
    • esprime rammarico, sofferenza per la ingratitudine, la cattiveria dei figli
  10. Am’ fatt’ ‘na figur’ ‘i mmerd
    • abbiamo fatto una figura di merda
  11. ‘A lustra ‘i l’uocchi
    • la luce degli occhi.
    • per i genitori i figli sono la luce dei propri occhi
  12. ‘A mashk’ra tuia
    • Alla faccia , alla maschera tua
  13. A mmarraun’
    • camminare a 4 zampe per malattie o altro, per difficoltà nella deambulazione autonoma
  14. A rraun’
    • camminare con il culo per terra
  15. ‘A  mmerda chiù ‘a riemin’s e chiù puzz’d’
    • la merda più la giri e più puzza
  16. ‘A migliurìa da’ mort
    • Il miglioramento illusorio, apparente e di breve durata di chi sta morendo
  17. Annuomn’s u diavul’ e spunt’n i corn
    • parli del diavolo e spuntano le sue corna
  18. appiccica all’eriva vird’
    • dare fuoco all’erba verde, incendiarsi per un nonnulla, essere un attaccabrighe
  19. Appuntiddà u stom’ch’
    • puntellare lo stomaco
    • mangiare qualcosa per bloccare i morsi della fame
  20. A raggiuna iè di fiss
    • la ragione è dei fessi
  21. ‘A prima iè d’i uagnùn
    • la prima partita la vincono, per fortuna, i ragazzi, gli inesperti,
    • consolazione degli adulti che perdono al gioco contro i ragazzi
  22. ‘A  sap’s longh’ ‘a canzon’
    • la sai lunga la canzone , si dice a chi prende tempo, ed agisce con furbizia
  23. Attacch’ ‘u ciucc’ addu dicid’ ‘u patron
    • lega l’asino dove dice il padrone
  24. A lima ‘a rasp’ Santu Rocch’ ‘a pest’
    • la lima e la raspa, San Rocco e la peste, si dice a proposito di due persone completamente antitetiche, come san Rocco e la peste
  25. Àgghia ì’ ciàl
    • debbo andare a pisciare (espressione usata da nonna Mariantonia La Camera)
  26. Hagghi iut’ pi grazië hagghi truvat’ giustizia => sono andato per essere perdonato per ricevere la grazia, sono stato condannato
  27. Agghi iut’spiert’ e dimiert’
    • andare in giro, fare l’impossibile per avere una cosa  molto desiderata
  28. Agghi  pers u rizzont
    • ho perso l’orientamento
  29. A morta ‘i Tatarann’ ‘a vita meia
    • la morte del bisnonno è la vita mia
  30. A mort’ i Shiurann a vita meia
    • morte tua vita mia
  31. A petra ca nun sed’d nun ffa lipp’
    • la pietra che viene mossa non forma il lippo (muschio).
    • la persona instabile nei rapporti e nel lavoro non combina niente di buono, bisogna perseverare per ottenere i risultati
  32. ‘A rrobba du carrucchian’ s’ ‘a frìch’d u sciampagnòn’
    • la roba dell’avaro se la frega lo scialacquone
  33. Aust cap’ ‘i viern
    • Agosto inizio Inverno
  34. A nott’ dorm’s chi tàur’ ‘u juorn’ t’impàvur’s di vitiedd
    • di notte dormi con i tori, di giorno hai paura dei vitellini,
    • riferito a persona ipocrita, bigotta, dalla doppia morale
  35. A Santalucia i juorn’ fan’ nu pass’ ‘i gaddin
    • a santa Lucia (13 Dicembre) i giorni fanno un passo di gallina, nella convinzione che il solstizio d’Inverno fosse il 13 Dicembre, mentre le ore di luce, come sappiamo, aumentano dopo il 21 Dicembre
  36. ‘Assa fa a Ddij
    • lascia fare a Dio
  37. Stuppedda i mala misura
    • espressione offensiva per una donna tarchiatella e cattiva. lo “stoppello” è un recipiente di legno, di misura del volume degli aridi (grano, orzo…) , a forma troncoconica. Una donna che somiglia ad uno stoppello di cattiva misura non costituisce un complimento ma esprime un disprezzo
  38. Brutta bestia
    • cattiva persona
  39. Campa cavadd’ ca l’eriva cresc’
    • campa cavallo che l’erba cresce
  40. Ca nun ci voi arrivà a cramatina
    • che tu non possa arrivare a domani mattina .
  41. carna cumigghiata nun na càch’n’ i musch’
    • la carne coperta non viene contaminata, cacata dalle mosche. E’ un invito ad essere previdenti, a prevenire il male
  42. Cavadd’ ‘i buona carrozz’ bona giuv’ntù mala vicchiezza
    • cavallo di buona carrozza, buona gioventù e cattiva vecchiaia,
    • si dice a proposito di chi ha goduto in gioventù e conclude poi con una cattiva vecchiaia
  43. C’a iuta da niva si pàrin’ i strunz
    • con lo scioglimento della neve si scopre la cacca. Le maleffatte non possono essere tenute sempre nascoste, quando cambia la situazione, si scoprono
  44. Ca voj fiurìsh
    • che tu possa fiorire, prosperare
  45. Ca voj shcattà mo’
    • che tu possa schiattare adesso
  46. C’è ‘na negghia ch’ ‘a poi pigghià c’ ’a ccetta
    • c’è una nebbia che la puoi prendere, tagliare con l’accetta,
    • si dice della nebbia molto fitta
  47. C’hai purtat’ a ten’
    • ce l’hai portato a tenere, si dice quando qualcuno richiede la restituzione di un oggetto di un regalo
  48. Chiàng’s e fùtt’s
    • piangi e fotti
    • ti lamenti ma godi
  49. Chiù d’acciedd’
    • un pochino  più in là
  50. Chiù scuru da menzanott ‘om bò bbinì
    • più buio della mezzanotte non può venire,
    • peggio di così non si può
  51. A Chizza ped
    • a schiaccia piede ?
    • indica una catena , una successione veloce di azioni come, ad esempio, bere velocemente più bicchieri di vino, l’uno di seguito all’altro
  52. Cicch’ nnant’ e Tal’ appriess’
    • Cicco davanti e Tale appresso,
    • si dice di due amici che sono inseparabili. che l’ uno segue sempre l’ altro
  53. Ci fai ‘a “stuppata”.
    • ci fai la ” stuppata”. La stuppata è una specie di cataplasma fatto con l’albume dell’uovo che viene versato su uno strato di di stoppa o di bambagia. L’impasto, così formato, viene applicato sulla pelle in corrispondenza di contusioni, distorsioni per 12-24 ore.
    • mettere in atto una soluzione di scarsa efficacia a risolvere un problema
  54. Ci mut’s u pilu
    • ci muti, ti si arriccia il pelo , ti si accappona la pelle per il freddo
  55. Ci ngarzalisci’s
    • resti bloccato, anchilosato per il freddo
  56. Vad’ a l’acqua ch’ i cuof’n
    • va a prendere l’acqua con i cofani (cesti montati sul basto dell’asino utilizzati per il trasporto di ortaggi e altro) che sono fatti con rami di salice intrecciati per cui sono permeabili all’acqua.
    • fare una cosa sbagliata , inutile
  57. Ciucciu vizzu
    • ciuccio vecchio, avvezzo
    • rimprovero rivolto ad un adulto che ha comportamenti infantili
  58. chiù bell’ vo’ simbrà (parì) uaj e pen’ adda suffrì
    • chi bello vuole apparire guai e pene deve soffrire
  59. Ci ‘u tèn’s pi zippu i mangano
    • ce lo tiene per rametto secco
    • avere accanto una persona inutile che ha la stessa utilità di un rametto secco
  60. C’ ‘o bbogghi arrivà a cramatìna
    • che io non possa arrivare a domani mattina
    • è una forma di giuramento che vuole garantire la verità di quello che si è detto
  61. Cresci sant
    • cresci in santità,
    • espressione di buon augurio riferita ad un bambino che starnutisce
  62. C’u frisch
    • con il fresco
    • locuzione usata per indicare le prime ore del mattino o le ore verso il tramonto
  63. Cu lass’d ‘a via vecchia e piggh’d ‘a nova, sap’ quidda ch’ lass’d ma nun sap’ quidd’ ch’ trov
    • chi lascia la via vecchia e prende la nuova, sa quella che lascia, ma non sa quella che trova
  64. Cum ‘na shkerda ‘i lamp’
    • come una scheggia di lampo
    • fare una cosa velocemente come un colpo di fulmine
  65. Cummannà iè arta ligger
    • comandare è arte leggera, facile
  66. Cum’ pitta pitta
    • come va, va
    • comunque vada a finire…
  67. Cum’ sàp’d ?
    1. che sapore ha, che gusto ha? La risposta è: sapa bbona, o sapa bbuon’
  68. Cum’ sàp’d !!!!
    • com’è gustoso !!! esprime stupore , meraviglia per un cibo che piace molto, che viene mangiato con gusto, con piacere
  69. Cu jè for du ball jetta nu   grandu salto
    • chi è fuori dal ballo fa un gran salto
    • chi non fa è sempre più bravo di chi fa, non sbaglia mai
  70. Cu prat’ca cu zuopp’ ‘n cap’ a l’ann’ s’impar’d a zuppichìjà
    • chi s’accompagna ad una persona claudicante, dopo un anno, a sua volta imparerà a zoppicare
    • chi frequenta una persona che agisce male, dopo un anno, a sua volta, manifeterà gli stessi vizi o difetti
  71. Cu nun sapa dulà porta ncuodd’
    • chi non sa sgrossare il tronco con l’ascia è costretto a portarne a spalle tutto il suo peso,
    • chi non agisce con intelligenza ne paga le conseguenze
  72.  C’u ssalut’ !!
    • con salute,che vada a buon fine,
    • è una espressione di buon augurio che si utilizza anche quando si beve il vino,
  73. Cu t’ha criato !!!!
    • mannaggia a te e a chi t’ha creato
  74. Cu’ tutt’i sett’ Aùst’
    • con tutti i sette di Agosto
    • con tutta la determinazione necessaria, con tutta la forza
  75. Da vucca tuia iess’n ros’ e fior’
    • Dalla tua bocca escono rose e fiori
    • Dicesi ironicamente di una brutta persona, che quando parla riesce a dire solo cattiverie
  76. Dacc’  n’uocch’
    • dacci un’occhiata,
    • controlla renditi conto della situazione, del lavoro. Ad esempio: dai un’occhiata al bambino che dorme, che gioca
  77. Da cient’ ciucc’ nun’ ni lass’ s un
    • Da cento ciucci non gliene lasci uno
    • rimproverare, offendere con determinazione qualcuno senza fare sconti
  78. Damm’ a sti quattr’oss’
    • dammi queste quattro ossa,
    • dammi la mano
  79. Dìc’m’ a cu si figgh’ ca ti dich’ a c’assumìggh’s
    • dimmi a chi sei figlio, che ti dico a chi somigli
  80. D’assa vigna ‘on n’ pigghià magghiuol’ ca cum’ iè ‘u patr’ ven’d ‘u figghiuol’
    • da questa vigna non prenderne i germogli, le gemme perchè com’è il padre saranno i figlioli
  81. Diu ti saliva di bott’ di mbruni e di ‘ncacchiatur’  ‘i port’
    • Dio ti salvi dalle botte degli stupidi e dallo schiacciamento tra le ante della porta
  82. Fa ben’ e scord’ fa mal’ e penz’
    • fa bene e dimentica, fa male e pensa
  83.  Facc’ front’
    • di fronte, di rimpetto, di faccia
  84. Fa ‘i una maner’
    • fa sempre alla stessa maniera,
    • si dice di non finisce mai di parlare, di litigare, di muoversi oppure che fa qualcosa sempre allo stesso modo, o si lamenta di continuo
  85. Fai rid’ i poll’
    • fai ridere i polli
    • sei ridicolo, sei meschino
  86.  Fa u diavul’ a quattr’
    • fa il diavolo a quattro
  87. Figghi ‘i gatti suorici ‘ngapp’n’
    • Figli di gatti acchiappano topi
    • com’è il padre così diventa il figlio, se il padre ruba anche il figlio ruberà
  88. Filivar’ curt’ e amar’
    • Febbraio corto e amaro
  89. Fuma ddà ricotta qua
    • fumo là ricotta qua ,
    • formula magica usata dai bambini per allontanare il fumo del camino dagli occhi
  90. Gnutt’s a mmàcand’
    • ingoi a vuoto, hai l’acquolina in bocca,
  91. Gisucristu miu!
    • Gesù mio !!
  92. Ha bbinut’ a lustra
    • gli è arrivata la luce,
    • ha avuto una soluzione ad un problema
  93. Ha cambiat’ ‘a musica
    • è cambiata la musica
    • la situazione è cambiata, è diversa
  94. Ha ditt’ u papuz’ (il Tonchio è un parassita dei fagioli, delle fave) damm’ tiemp’ ca ti pirtus’
    • ha detto il “papuz” dammi tempo che ti buco.
    • una piccola azione quotidiana ripetuta nel tempo produce i suoi risultati. La goccia d’acqua buca la roccia
  95. Ha ditt’ u ciucciu a u mul’ s’ bboi mangià hai ‘a fa’ ‘ncul
    • ha detto l’asino al mulo, se vuoi mangiare lo devi fare in culo, devi cioè lavorare
  96. Ha fatt’ ‘na coshca chiù granna du culu sùiu
    • ha fatto una scoreggia più grande del suo culo
    • ha fatto una cosa superiore alle sue possibilità
  97. Ha minat’ a ten’
    • ha menato a tenere
    • ha menato con determinazione, con violenza, per lasciare un segno
  98. Ha ‘ngappat’ nu frittulu
    • ha ricevuto un cicciolo, un boccone di carne
    • ha ricevuto una fregatura ha preso una bella botta, un pugno
  99. Ha passat’ ‘u cas’ p’a tavola
    • è passato il formaggio per la tavola ,
    • si è perso il momento propizio, l’occasione giusta è passata
  100. ha scambiàt’ ‘a nott’ pu   juòrn
    • ha scambiato la notte per il giorno
    • dicesi di bambino che dorme di giorno e sta sveglio di notte
  101. Hai ‘a campà quant’ u pan’ e u vin’
    • devi campare quanto campa il pane ed il vino
  102. Hài ’a cambà quand’ rèid l’acqua and’a fuscedda
    • devi campare quanto dura l’acqua nella fuscella del formaggio,
    • la fuscella è bucata non trattiene l’acqua
  103. Hai‘ ‘a parlà  quann’ pisci’d ‘a gaddina
    • devi parlare quando piscia la gallina
    • non devi parlare mai
  104. Hai ‘a parlà quann’ u cazz’ ha fatt’ l’ugn’
    • devi parlare quando il cazzo ha fatto l’unghia
    • non devi parlare ma
  105. Hai ‘a parlà quann’ fa l’ov’ u gadd’
    • devi parlare quando fa l’uovo il gallo
    • non devi parlare mai
  106. Hai pigghiat’ ‘u scuru a ppuini
    • hai preso il buio a pugni ,
    • hai cercato in tutte le direzioni, hai fatto l’impossibile  per trovare qualcosa, o qualcuno
  107. Hai ‘ smess’ ‘i mbastà e bai a tras’ u cularin
    • hai smesso di impastare e fai entrare le budelle, vai a maneggiare le budelle, l’ntestino retto, l’ano
    • hai smesso di fare una cosa ne vai a fare un’altra completamente diversa
  108. Hai pruvat’ ‘a ciet
    • hai assaggiato l’aceto
    • hai bevuto del vino, sei ubriaco
  109.  Hai avè  paura pur’ ‘d’a mariàna tùia
    • devi avere paura, devi temere perfino la tua ombra
  110. Hai fatt’ ‘na brutta cera
    • hai una brutta espressione del viso, sei pallido, ti vedo male, hai un brutto colorito
  111.  Hai iùt’ a’ ciet
    • sei andato nell’aceto
    • hai fatto una brutta fine , sei ubriaco
  112. Goi jè santu sabbat’ i ricchi lor’ chini i chiumm
    • oggi è santo sabato e le loro orecchie sono piene di piomblo,
    • si recita questa formula apotropaica quando si parla di lupi mannari
  113. Ianchi e nivuri ch’ bbuoi siti, ch’ ddiciti vuoi u sapit’
    • bianchi e neri che voi siete, ciò che dite solo voi lo capite,
    • in riferimento a chi in un gruppo non capisce quello che gli altri dicono
  114. Iàmin’ a ghittà ‘ndi pezz’
    • andiamo a buttarci nelle pezze, nelle coperte,
    • andiamo a dormire
  115.  I ciuòt’ su’ brutt’ a ccummàtt’ 
    • gli stupidi sono difficili da badare, da sopportare
  116. I coshk’  su’ di canigghiä cu ‘i  fa si pigghiä
    • Le scoregge sono di crusca chi le fa se le busca.
  117. I piggh’n’ i papareddë
    •   gli prendono le paparelle,
    • riferito forse al pallore del viso che si appalesa in una persona che sta per svenire; gli compaiono, cioè, sul viso aree chiare dovute al pallore accompagnato da debolezza, capogiri. visione sfocata, sudorazione fredda. Sono tutti sintomi prodromici, di una sincope, di uno svenimento.
  118. ‘I sud’n i diend
    • gli sudano i denti
    • l’espressione viene usata per sfottò verso chi vuole dimostrare di non soffrire il freddo e, per esempio, si spoglia in ambiente molto freddo, si lava d’inverno con acqua gelida
  119. Iè mbrunign’ 
    • è rozzo, è zotico
  120. Iè cum’ u mulu ‘i Cicirinedd’
    • è come il mulo di Cicirinella
    • dicesi di chi ama adornarsi di monili, collane, spille…
  121. i ditt’ antich’ ‘o sbàglin’ mai
    • i detti antichi non sbagliano mai
  122. I parient’su’ cum’i scarp’ chiù su’ stritt’ e chiù fan’ mal’
    • i parenti sono come le scarpe, più sono stretti e più fanno male
  123. l’uossu viecch’ ‘ngrass’d ‘a minestra
    • l’osso vecchio ingrassa la minestra
    • l’osso di prosciutto stagionato dà sapore, condisce la minestra. Anche la persona matura con esperienza , dà qualità al lavoro
  124. I jastìmi cunchiunu
    • le bestemmie maturano, colpiscono, fanno male
  125. i piccat’ s’ chiang’n’
    • i peccati si piangono, si scontano
  126.  Iè capiscent’
    1. è rispettoso, è comprensivo 
  127. Iè fatt’ c’u cuozz’ d’accett’
    • è tagliato, è fatto con il lato ottuso dell’accetta,
    • si dice a proposito di persona rozza, dai modi poco rifiniti
  128. Iè nu ciucciu ‘i fatica
    • è un asino da fatica,
    • è un gran lavoratore
  129. Iè nu mazz’ ‘i nnieriv’
    • è un mazzo di nervi,
    • è molto nervoso
  130. Iè nu serp’ vilinus’
    • è una serpe velenosa,
    • riferita a persona cattiva
  131. Iè rruss’ cum’ ‘na paparina
    • è rosso come un papavero,
    • riferito a persona con il viso arrossato per febbre, per vergogna, per timidezza
  132. Iè sul’ cum’ a nu can’
    • è solo come un cane
  133. Iè paru paru
    • è pieno, pieno – di vino –
    • è ubriaco
  134. Iè tunn’, arruozzul’d u capadàut’
    • è tondo e rotula perfino in salita
    • in riferimento a persona stupida, ignorante
  135. I guai da pignata ‘i sap’d ‘a cucchiara
    • i guai della pignata li conosce il cucchiaio,
    • ognuno conosce i propri guai
  136. Iiih cum’ t’incrusch’d !!
    • eh come ti rincresce!
  137. Iè cum’ a nu ciagom’
    • è come “ecce homo”,
    • si dice di persona in pessime condizioni fisiche, sfigurata al volto o alterata nelle sue caratteristiche fisionomiche per malattia o trauma
  138. Iè stunat’ cum’ a ‘na campana
    • è stonato come una campana
  139. Lass’ u stà stu cacavanedda
    • lascialo stare sto cacaviuzze
    • lascialo stare sto pusillanime