Conocchielle: pratiche magiche domestiche

1) U MAL’ I L’ARCH (la malattia dell’arcobaleno)

Era la malattia dell’arcobaleno. Chi faceva la pipì all’aperto quando c’era l’arcobaleno, la sua pelle si colorava di giallo, diventava itterica. Bisognava salutare l’arcobaleno quando si pisciava all’aperto, (nella mia infanzia tutti pisciavamo all’aperto, non c’erano i servizi igienici nelle case) per evitare di ammalarsi di ittero. Per scaramanzia si recitava una formuletta “magica”  quando si faceva la pipì  guardando l’arcobaleno: ” Arco bello ti saluto, i culuri  ‘on tramuta, cu ti vida e nun ti saluta i culuri tramuta”. Un altro rimedio magico per sconfiggere u mal i l’arch consisteva nello spaccare tre fichi e  mangiarne uno, entro cui, a tipo “crucetta”, veniva messo un pidocchio

2) U CHIUOVÜ SULAR’ ( il colpo di sole)

Si trattava di una cefalea  molto fastidiosa ed intensa, simile ad un colpo di sole, legata probabilmente ad un disturbo su base muscolotensiva,  ad una nevralgia del trigemino, o ad un colpo di sole vero e proprio. Il rimedio  era una pratica magica che veniva fatta al sorgere del sole, alle prime luci dell’alba, e consisteva nel capovolgere bruscamente sulla testa dell’ammalato, coperta da un asciugamano, da un pezzo di stoffa qualsiasi, un bicchiere pieno d’acqua fredda. Il rito veniva accompagnato da una breve orazione  ed il mal di testa subito passava.

3) NTAGGHIA’ I VIERMÏ (tagliare simbolicamente i vermi intestinali con un coltello)

I bimbi affetti da parassitosi intestinale (tenia) venivano “curati” con un coltello, con il quale si faceva sulla pancia, sfiorando con delicatezza la pelle, il segno della croce, contemporaneamente si recitava una preghiera ed i vermi, scomparivano, con calma, dall’intestino. Alla pratica magica seguiva, a volte, la terapia con l’aglio, un vermifugo naturale che veniva strisciato nella regione perianale

4) ERNIOPLASTICA INGUINALE INCRUENTA

I bimbi affetti da ernia inguinale congenita erano passati per tre volte attraverso il fusto di un cerro giovane, che veniva spaccato longitudinalmente in due metà con l’ascia e con i cunei di legno. Dopo  questi tre passaggi consecutivi,  tra le fibre del giovane cerro, che venivano fatti recitando contemporaneamente una orazione, il fusto spaccato era legato con rami ritorti di salice e medicato con argilla;  nello spazio di poco tempo lo spacco si chiudeva, ed anche l’ernia inguinale dei bimbi scompariva in sincronia con la guarigione dello spacco della pianta.

5) FUOCU MUORTU

Pratica terapeutica per la cura del fuoco di  Sant’Antonio o herpes Zooster. Consisteva nel provocare ripetutamente la fuoruscita di scintille  strofinanndo un pezzo di ferro contro una pietra focaia. La pratica magica veniva ripetuta numerose volte ed era accompagnata anche da formule magiche e preghiere. Lentamente  le vescicole, il bruciore, il dolore intenso scomparivano in pochi giorni. A Conocchielle questo rituale magico veniva praticato da zio Iacolo Fiore assieme a sua moglie Maria Gallicchio. il papà di Maria Mastropierro, moglie di Nicolino Faillace si sottopose a questa pratica e  lentamente vide scomparire le vescicole  ed il dolore. Mi racconta sua figlia Maria Mastropierro che la seduta tenne impegnato zio Iacolo con la moglie per qualche ora

6) NOTTI MAGICHE:

  • Nella  notte di Natale gli animali acquistano l’uso della parola ed esprimono  pareri sui loro padroni. Muore  chi ascolta gli animali che parlano.
  • Dopo la mezzanotte del 24 Dicembre è possibile trasmettere ad altri la formula apotropaica dell’affascina che scaccia il malocchio, la legatura. Questa trasmissione orale del rito dell’affascina  rende nulla la capacità della formula di togliere il maleficio se viene effettuata  in un altro giorno dell’anno
  • Nella notte  tra il 1° ed il 2 Novembre i defunti escono dalle tombe ed avanzano in processione per le strade del paese , come espiazione dei loro peccati. Muore  chi sventuratamente vede o si imbatte in questa processione
  • Nella notte di San Giovanni  che cade tra  il 23 ed il 24 Giugno, si praticavano riti da cui trarre auspici per il futuro, specialmente per gli innamorati. Si versava qualche cucchiaio  di olio in una bacinella piena di acqua, che veniva custodita  per tutta la notte  e al mattino vi si leggevano le “immagini” create dall’olio che galleggiava  sulla superficie dell’acqua. Animali, volti, cose.. formatisi dall’aggregazione delle molecole dell’olio venivano interpretati come presagi per il futuro della coppia, delle persone. Il significato delle forme oleose variava in rapporto alla fantasia di chi le osservava
  • Nella Notte di San Giovanni a Castelluccio Inferiore. la signora Antonaccio di anni 92 mi riferisce che si  apriva  un uovo,  a sera, in una tazza o in un tegamino pieno di acqua e all’indomani mattina si osservava la forma che la chiara dell’uovo aveva assunto: una barca, una bara, un albero… Un altro rito consisteva nel mettere a sera in un recipiente pieno di acqua un cardo e nell’osservare all’indomani la  avvenuta  fioritura, era un segno di buona fortuna.
  • La visita dell’angelo al defunto. Per tre notti successive alla morte di una persona si posizionano sopra un ripiano della sua abitazione un pezzo di pane, un bicchiere di acqua ed una candela accesa, con la convinzione che l’angelo custode che andrà a fare visita al morto possa mangiare, bere e trovare la strada giusta. Per tre notti successive al decesso di una persona non si può dormire nel suo letto, che deve essere completamente lavato e sanificato