Il dopolavoro di Francesco Faillace, il teatro di via Rauta
BAR, dopolavoro, tabacchino di Francesco Faillace
Era ubicato in Via Cammaruozzï , vicino alla fontana, nel piano terra della sua bellissima casa a due piani. In questa casa, in seguito, abitarono, per molti anni, zu Ntonio Fiore ‘i Ntosc’ e za Francischedda.
Zu Francisco Faillace era sposato con Rosa Costanza di Frida, alias Licchetta. Era figlio di Nicola Faillace ‘i Ncicco.
I suoi fratelli erano Salvatore morto in guerra, Antonio, Saverio, Salvatrice moglie di Antonio La Camera “Cimino” e za Pippina, sposata con Cristiano Pasquale
Aveva un’unica figlia, Maruzza, che emigrò in America dopo essersi sposata con Riccardo u Lanaro di S. Severino Lucano. Il suo primo fidanzato era stato Vincenzino La Camera Puntiddo, morto in guerra nell’agosto del 1943.
I genitori dopo qualche anno dalla sua partenza chiusero il dopolavoro e la raggiunsero in America, in compagnia del nipote che era rimasto con loro.
In America, Francesco, vendette la casa di via Cammaruozzï ad un corregionale. Il nuovo proprietario, al ritorno in Italia, si recò a Conocchielle nella casa acquistata da Faillace, ma la rivendette subito a zu ‘Ntonio Fiore i Ntosc, perché l’abitazione era isolata e raggiungibile solo con una stradella in terra battuta, trafficata dalle mandrie e dalle poche persone che abitavano in via Cammaruozzï.
La casa, come descritta da Faillace all’acquirente al momento della vendita, “servita dalla strada e dalla ferrovia”, era pura fantasia.
TEATRO con artisti itineranti a Conocchielle in via Rauta
La piccola rappresentazione teatrale avveniva nella casa di za Duminica Propato, sorella di nonno Biagio, e di suo marito Valente Antonio, fratello di Nicola “u Tornaialo”.
La coppia aveva un unico figlio di nome Vincenzo, nato nel 1931, cresciuto dalla mamma Domenica, perché il marito Antonio emigrò in Argentina e fece ritorno in Italia, dopo molti anni, e solo per portare a Buenos Aires il resto della famiglia
Za Duminica a malincuore seguì il marito, ma morirà nel 1957, dopo poco tempo dal suo arrivo in America
Il Teatro a Conocchielle era fatto, negli anni 50, da una coppia sposata, con due bambini. A sera, dopo la rappresentazione, ritornava a Mezzana, dove aveva preso casa in affitto, oppure dormiva là dove aveva fatto spettacolo, spesse volte ha dormito nella casa di za Duminica Propato, dirimpetto a casa mia
Lui, di nome Mario (?), indossava un piccolo cappellino e degli occhiali senza vetro,
Lei era molto bella, simpatica e metteva un rossetto molto rosso, che evidenziava delle labbra carnose e sensuali
La rappresentazione, verosimilmente, a giudicare dai personaggi, mirava a suscitare il riso, a divertire la gente, che accorreva numerosa
Mia madre ricorda un frammento di un monologo di quel teatro: ”Teresita ti voglio bene, Teresita ti dò un bacio, Teresita t’ammazzerò”.
Il biglietto era in denaro, ma spesso in natura e veniva pagato con fagioli, uova, pane, frutta