Conocchielle Giugno 2006: case e ruderi di Via Gallicchi

Via Gallicchi  è la strada da attraversare per andare in Montagna. Da qualche anno è deserta, tutte le abitazioni sono vuote, molte sono solo dei ruderi, nessuno vi abita più. I tre fratelli De Marco “Ntamati” , zio Antonio La Camera “Cimino” con la moglie Salvatrice Faillace (nata in data 20/02/1920 e deceduta il 04/11/1996), sono state le ultime persone che vi hanno abitato.

Antonio La Camera “Cimino”

Nel rione Gallicchi vi abitavano braccianti, pastori, bovari, muratori, artigiani. Dietro molte case, c’era l’ovile ( mandra), dove, di notte, trovavano rifugio gli animali. C’era il calzolaio Gallichio Nicola “u nipote”, fratello della mamma di nonno Biagio Propato, c’era anche la forgia di Antonio Viceconte “Traqquinio“, che era un abile fabbro e costruiva con maestria ringhiere, zappe, bidenti, vomeri, ferri di cavallo ed altro. Antonio era sposato con Za Trisina Gallicchio “Quartieri” ed aveva la sua fucina al piano terra della sua bellisima casa a due piani. Tutta la famiglia Traqquinio, con i suoi tre figli nati a Conocchielle, emigrò in Brasile a Rio de Janeiro e non fece più ritorno a Conocchielle. Il capofamiglia Antonio abbandonò il lavoro di fabbro  e visse facendo il barbiere. La casa semidiruta, a due piani,  resiste ancora al tempo ed alle intemperie, il suo portone, con le formelle in  rilievo, le ringhiere in ferro battuto dei balconi, sono segni tangibili di una abitazione  in pietra, costruita con gusto e con prodotti artigianali di qualità, i solai con le tramezzature sono crollati ed il cielo azzurro è dentro la vecchia casa. Allora, nel primo cinquantennio del 1900,  nelle nostre contrade dell’Alta Valle del Frido,  c’erano miseria e malattie varie : si moriva per un generico mal di pancia, per uno stato febbrile o per parto. Il vaiolo, il carbonchio, la difterite, il tetano, la poliomielite facevano molte vittime. Alcune zoonosi  si diffondevano tra gli animali e colpivano anche l’uomo (Brucella melitensis, echinococcosi cistica,, leisshmaniosi,  rabbia,  teniosi-cisticercosi…) . Gli ambienti domestici erano insalubri, umidi, angusti,  costruiti, in genere a piano terra, ed ospitavano tra le loro mura, persone ed animali. il borgo di via  Gallicchi  era ben costruito, le abitazioni in pietra, a due piani, con scale interne e con portoni  in legno e balconi con ringhiere in ferro battuto,   costituivano una realtà abitativa dignitosa, che si differenziava rispetto agli altri piccoli borghi  della Contrada Conocchielle, sorti in via Cammaruozz, in via Quarto ed in Via Rauta 

La famiglia di Peppino Gallicchio “Pitrantonio”, e quella di zio Gennaro Faillace hanno abitato per molti anni in Via Gallicchi, prima di trasferirsi definitivamente in Via Rauta. La famiglia di za Rosa a “Muzzichenda” e quella di Giovanni Lo Duca “Menzaredda” , prima di trasferirsi definitivamente in Via Gallicchi,  abitavano in via Pumare.

Rocco Faillace e la Camera Caterina nonni di mio nonno Rocco Faillace abitarono in via Gallicchi con i loro 6 figli: Giuseppe, Giovanni, Maria, Rosina, Filomena e Francesca. La casa venne ereditata alla morte dei genitori dal figlio Giuseppe ed inseguito da Vincenzo Faillace , figlio di zu Peppe i Ruocco. La storia della famiglia Faillace di Conocchielle comincia in via Gallicchi alla casa n.7 (vedere Planimetria case e ruderi di via Gallicchi)

Via Gallicchi , lato Est ruderi scomparsi da 30 anni

Il panorama che si gode da via Gallicchi  è il più suggestivo, tra quelli che si possono ammirare, dalla contrada Conocchielle: ad est spuntano la timpa della Madonna del Pollino, Serra di Crispo ed il Monte Pilato, a Nord-est si apre l’alta valle del Frido con le frazioni di Valerie, di Torre, di Mezzana, di Frida, ed in lontananza con il paese di San Severino Lucano, ad Ovest la chiesetta di Varco e l’altopiano della Serra, a sud le alte cime del massiccio del Pollino. Una grande balconata di sole e di verde, interrotta, da cime montuose, circonda questo bello e spopolato rione di Conocchielle.