Conocchielle: i tratturi della transumanza

TRATTURO DEL POLLINO:

Pollinello
  • Tempo medio di percorrenza: 2 giorni, 1 notte
  • Periodo dello sverno: da Ottobre-Novembre ad Aprile-Maggio
  • Mezzi di trasporto: asini, muli, cavalli, camion su cui si caricavano le masserizie, il maiale i vecchi ed i bambini
  • Partenza: Conocchielle, Frida, Mezzana, Torre, Varco…
  • Località di stazionamento notturno: quando si saliva in montagna, per l’alpeggio, si trascorreva la notte nella turra di Ndondaredda in località Rinara, nella masseria dei Fischi, e nella zona dei Chiuppi.
  • Quando si scendeva verso la pianura di Sibari si dormiva nelle Grotte di Castrovillari,
  • Percorso:
    • Conocchielle, …
    • Grutta a Cupia (sopra Acquafredda)
    • Scaletta
    • Vacquarro di sotto
    • Vacquarro di sopra
    • Piano di Gaudolino
    • Scala di Gaudolino
    • Fontana di Romagna o Acqua Romagna (zona posta alla fine della Scala di Gaudolino)
    • Ilici ( zona dell’autostrada)
    • Rinàra ( c’erano molti alberi di noci) era una zona di transito importante perché le bestie ed i pastori quando facevano ritorno in montagna, a Primavera, vi trascorrevano la notte nella Turra di  Ndondaredda
    • Fischi era un’altra masseria di transito, dove i pastori si riparavano per passare la notte, se non si trovava posto nella masseria precedente
    • Chiuppi in questa zona, chi non trovava posto nella Rinara, vi trascorreva la notte all’addiaccio sotto i numerosi pioppi. Le bestie venivano raccolte in recinti precari, gli uomini si riscaldavano e si appisolavano, se non pioveva, davanti a grandi falò.
    • Grutte di Castrovillari erano dei grandi rifugi naturali, dove i pastori e le bestie trascorrevano la notte quando dalla montagna scendevano verso la marina. Vi entravano comodamente 4-5 greggi, e più di un bambino nacque in quelle grotte durante la transumanza.  Si diceva che za Pasqualina a Sciascenta mamma del Diavolomposco (Rubino Giuseppe) partorì nelle grotte della Scala o di Castrovillari, durante la transumanza. Altri dicevano che non era za Pascalina ma Za Maria ‘a Ntuscina di  Varco. Turillo   La Camera riferisce che sarebbe nata nelle grotte di Castrovillari sua cognata Cristina, moglie di un suo fratello e figlia di Vicinzone di Varco, forse nipote di zu Giseppe u Vicinzone, marito di Za Rosa a Curcugghia
  • Destinazione: Vigne di Castrovillari, Cammarata, Marina di Sibari, Doria, Lauropoli, Turra a Chiesa, Saracena, Corigliano…

TRATTURO DEL SINNI:

  • Tempo di percorrenza: 3 giorni, 2 notti
  • Mezzi di trasporto: bestie da soma e traìno[1] che venivano inviati dal “padrone”.
  • Partenza: Conocchielle, Frida, Mezzana, Torre, Varco, Valerie, Calanchi, Iazzicelli, Falascoso, …
  • Destinazione: Policoro, Pantano di Policoro, Acinapura, Pane e Vino, Pitruddo, Cuonzo, Scanzano, Recoleta, Tursi, Montalbano jonio, 3° Cavone.  Policoro e Scanzano erano allora frazioni del comune di Montalbano. Solo nel 1959 Policoro ebbe l’autonomia amministrativa.
  • Località di stazionamento notturno per le mandrie:  La prima notte si dormiva all’addiaccio accostati ad una timpa, attorno ad enormi falò, in località Acquafredda di S. Costantino Albanese.  La seconda notte si trascorreva nel Pantano di Senise, dove le bestie ed i pastori dormivano all’addiaccio sotto i pioppi.
  • Località di stazionamento notturno per la gente che viaggiava con i carri: la prima notte si dormiva per terra o su pagliericci di fortuna a Francavilla In Sinni, nel capannone di Buongùsto, I carri dovevano essere sorvegliati durante la notte perché i furti di patate, fagioli, olive erano frequenti.  La seconda notte si trascorreva a Valsinni in un altro capannone di proprietà dei fratelli Vincenzo e Luigi Ruggero che gestivano anche una piccola osteria.

Vincenzo Ruggero ebbe un figlio di nome Aldo che si sposò a Senise  e fece per tanti anni il commerciante, rifornì di vino e bibite varie tutti i negozi, i bar, i ristoranti della zona. Un figlio di Aldo che porta il nome del nonno Vincenzo si laureò in medicina e tuttora esercita la professione medica.

 Buongusto gestiva un “albergo” al centro del paese di Francavilla, aveva quattro figli ed una figlia che si chiamava Rosina, sposata con un napoletano di nome Gerardo, è morta da qualche anno. La moglie Maria Giuseppa girava tra i tavoli e chiedeva agli avventori: ” vat’ abburdati” ? Il figlio Francesco, finanziere, ed il figlio Valente, poliziotto sono morti. Sono tuttora viventi Luigi che vive in America e Leopoldo che vive a Francavilla, dove ha gestito per anni una segheria.

Il traino tirato da tre muli non seguiva il tratturo attraverso le montagne, ma percorreva le strade comunali e provinciali, le mandrie attraversavano le montagne guidate dai pastori e dai cani. Le masserizie si caricavano tutte sul traino, vi viaggiavano anche le galline ed il maiale. Le donne, i bambini, gli anziani si posizionavano sopra il carico che veniva legato con corde. Nelle salite ripide, come quella del monte di Colobraro, i muli avevano enormi difficoltà a tirare il traìno, e si rendeva necessario appiedare le persone autosufficienti.

Spesso il viaggio era reso difficoltoso dall’attraversamento del Sinni gonfio dalla piena  che scendeva impetuosa dalle montagne del Sirino[2] e da quelle del Pollino da cui origina il Frido affluente del Sinni. Quando la corrente era vorticosa ed il guado del fiume in piena era difficile, i bufali sostituivano i cavalli ed i muli nel traino del carro, in quelle situazioni  qualcuno annegava.

Fiume Sinni

Antonio Pangaro era un contadino robusto, alto e forte,  siccome sul Sinni in quegli anni non c’era il ponte che da Francavilla permetteva di proseguire il viaggio verso Chiaromonte, Antonio caricava sulle proprie spalle le persone, le masserizie e, perfino, i maiali  e li trasbordava sull’altra sponda, aiutandosi, alcune volte, con dei robusti trampoli. Fittipaldi Vincenzo, professore di educazione fisica nelle scuole  medie di Francavilla in Sinni, a cui è dedicato lo stadio di Francavilla, era figlio di una figlia di Antonio Pangaro. Antonio ha avuto molti figli, alcuni erano emigrati in Argentina. L’ultimo figlio di nome Ottavio, proveniente dall’Argentina, è  morto qualche tempo fa durante un soggiorno in Italia.

A)Percorso con i carri:

  • Partenza Conocchielle, Mezzana, ..
  • Francavilla S.S. capannone di Buongusto
  • Valsinni
  • Destinazione al 3° giorno: Policoro, Scanzano, Recoleta, Tursi …

B)Percorso con le greggi e le mandrie:

  • Partenza Conocchielle, Mezzana, …
  • Acquafredda di S. Costantino Albanese
  • Pantano di Senise
  • Destinazione al 3° giorno: Policoro, Scanzano, Recoleta, Tursi,..

[1] Carro di legno a due ruote trainato da tre muli: uno centrale e due laterali detti Valanzìni

[2] Il fiume Sinni nasce dal Monte Serra Giumenta ( m. 1518), nella catena montuosa del Sirino.

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