Il lardo del Venerdì Santo

Raccontava mio padre Nicola che quando era giovanotto, ritornando a casa dopo una giornata di lavoro in montagna, litigò con sua madre Mariantonia perché gli rifiutò, essendo Venerdì Santo, una fetta di lardo da mangiare come companatico . Za Rosina a grossa che abitava nella casa di fronte a quella di mia nonna sentì la lite e chiamò mio padre a cui diede, per mettere pace, una fetta di lardo ed un tozzo di pane. Mio padre, dopo essersi lavato alla meno peggio, uscì di casa e si diresse verso Mezzana Salice.

Giunto nelle vicinanze della casa di Ntullö incominciò a sbocconcellare il pane ed il lardo, ma dovette desistere perché il lardo non riuscì ad ingoiarlo; Il boccone non progrediva si fermava nel retrobocca. Ritornò a casa e capì che la carne ed il lardo, com’è nostra tradizione, non vanno mangiati nel giorno del Venerdì Santo.

La tradizione cristiana proibisce l’uso della carne, del lardo, dei salami nei Venerdì di Quaresima, ma specialmente nel Venerdì Santo, giorno della crocifissione di Nostro Signore. Mio padre nel resto della sua vita rispettò sempre, da allora, l’astinenza dalle carni e da altri prodotti di origine animale nel Venerdì di Pasqua.