L’ultima cena di Mario Faillace con Don Carmelo Poselli

2019-01-16 L’ultima cena di Mario Faillace

..A proposito di  scarsa igiene  ricordo un episodio della mia infanzia che ebbe come protagonista un mio cugino Mario Faillace, figlio di zio Giovanni Faillace e di zia Carmela Oliveto. Era un Giovedì  Santo dei primi anni 60, noi ragazzi di Conocchielle eravamo assieme agli amici di Varco e Voscari nella chiesetta di c/da Varco per assistere al rito dell ’Ultima Cena di Nostro Signore. Il parroco era Don Carmelo Poselli, uomo buono e pio, di origine siciliana, dal fisico longilineo, magrissimo, alto circa 180 cm. Indossava una tonaca consunta, corta che copriva, con i margini inferiori spesso lacerati, appena i polpacci.

Chiesa di Varco

La Pasqua quell’ anno era bassa, si celebrava negli ultimi giorni di Marzo, l’aria era fredda, c’erano ancora chiazze bianche di neve che coprivano i campi. I solchi di deflusso tracciati nei “simminati1 grondavano di acqua fredda che si generava dallo scioglimento delle nevi e confluivano nei “cunnutti“, solchi più profondi scavati ai margini del fondo agricolo , bordati da “lippo” verdastro e scivoloso .

Gli Apostoli scelti dal prete per l’ultima cena erano tutti presenti ad eccezione di zio Vincenzo Ciminelli caione”  che era  assente. La Santa messa che si celebrava  di sera stava per iniziare ed urgeva sostituire l’apostolo assente. Fu scelto nel gruppo di noi ragazzi che seguivamo la funzione religiosa Mario Faillace che prontamente e felicemente acconsentì. Era quello un onore riservato agli adulti.

Mario, un attimo prima che il rito dell’ultima Cena cominciasse, mi chiamò e mi invitò a seguirlo fuori dalla chiesa. Ci precipitammo di corsa  verso un “lavinaro” [2],  che scorreva in un orto  sottostante alla  chiesa e lì di gran fretta si tolse una calza di lana e lavò velocemente  il suo piede dx nell’acqua gelida. Mario sapendo di non avere un ruolo nell’ultima cena, non era pronto   a togliere la calza e mostrare i suoi piedi al sacerdote. Non aveva curato, prima di recarsi a messa,  l’igiene del suo corpo; le sue calze  erano  sporche ed i suoi piedi puzzolenti. Si asciugò velocemente con un fazzoletto e con i pantaloni e ritornammo pronti in chiesa per la messa.

Intanto zio Vincenzo “Caione” liberatosi dai suoi impegni, raggiunse in tempo la chiesa e notammo con rincrescimento nostro, ma specialmente di Mario, che sedeva, vestito con gli abiti della festa,  tra gli apostoli,  pronto per l’ultima Cena.

A ciascuno degli apostoli veniva data una “panedda3benedetta, ai fedeli venivano distribuite fette di pane benedetto che erano portate anche ai familiari, ai vicini di casa, agli ammalati che non erano presenti in chiesa. Quel pane, oltre che benedetto, era anche gustoso e noi ragazzi cercavamo di  mangiarne più fette

Don Carmelo Poselli

Un anno ricordo che alcuni ubriachi, tra cui mio zio Francesco,  sistemati in fondo alla chiesa, nelle vicinanze dell’ingresso principale, rivendicarono ad alta voce il pane beneddo : “a panedda, a panedda, vulima panedda“. Ci fu un alterco con il prete che inveì contro di loro e li invitò ad accomodarsi fuori, tutti fummo divertiti da quel breve ed inaspettato  siparietto. Il rito religioso continuò senza altri intoppi.

Don Carmelo  era irascibile, e reagiva  con veemenza contro i bimbi che piangevano durante la messa ed  anche contro i cani che accompagnavano in chiesa i rispettivi padroni e li scacciava prendendoli a calci; una volta scivolò e cadde davanti all’altare battendo la schiena e la testa. Era affetto da Parkinsonismo con evidenti tremori alle estremità, sollevava spesso verso l’alto la spalla dx ed anteponeva contemporaneamente il collo per un tic nervoso;   agitava la lingua all’interno della bocca determinando la dilatazione delle guance come un suonatore di tromba.

I suoi antenati provenivano dalla Turchia  e si stabilirono, per sfuggire alle persecuzioni ottomane prima a Rodi nell’Egeo e poi in Sicilia. Una sua sorella – forse solo di padre –  di nome Mariuccia abitava in Francia e di tanto in tanto veniva  assieme alla figlia Rosuccia Ognibene  a far visita al fratello. Rosuccia ha frequentato  per 3-4 anni, assieme a Rosalba Fiore, le scuole elementari di Mezzana.

Conviveva nella povera casa canonica con una nipote chiamata Nunziatina che si trasferì a Potenza per svolgere il lavoro di Infermiere presso il San Carlo. I suoi pasti erano frugali, e le sue tonache consunte .

Si spostava a piedi  o in  bicicletta fornita di  freni a bacchetta, bloccava all’estremità i pantaloni con una molletta; acquistò  anche   un Sulky a tre ruote che era spesso in riparazione da Pinuccio Dattoli per i frequenti guasti meccanici a cui andava incontro. Non aveva grande dimistichezza con i mezzi di locomozione spesso finiva  fuori strada tra i rovi, nel pietrisco.

Sebbene fosse un prete dotto, esperto delle sacre scritture  e specialmente del Vecchio Testamento , spesso divagava durante  le lunghe omelie  e rivolgeva invettive contro il comunismo ed i comunisti, che erano la sua ossessione. Durante l’elezione del socialdemocratico Saragat alla Presidenza della Repubblica Italiana ruppe il televisore.

Quel gesto disturbò  anche noi  perchè ci privò per qualche settimana della televisione. Noi bambini, non di rado, la sera eravamo suoi ospiti per seguire i programmi televisi. Il nostro cruccio erano le noiose tribune politiche che erano molto seguite da Don Carmelo.

Quando il nostro reverendo non c’era o dormiva, o seguiva programmi a noi non graditi, si andava a casa di Peppino De Paola Piloto” dove la moglie Michelina e la famiglia tutta, con santa pazienza, ospitavano ogni sera frotte di bambini che si presentavano alle 16.45 per seguire   la Tv dei ragazzi,  che incominciava con un programma  “Per i più piccini“, a seguire c’erano Rin Tin Tin, Zorro, Bonanza. Il Western Bonanza raccontava della famiglia Cartwright proprietaria del Ranch di Ponderosa, formata dal padre Ben e dai figli Hoss Adam e Joe

A Conocchielle   la televisione e l’energia elettrica  arrivarono nel 1970. Un televisore a batteria fu acquistato, qualche anno prima, da zu Vincenzo Chirieleison, 4

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1 seminato, terreno seminato a grano, a orzo …

[2] Ruscello, ruscelletto

3 Panella, Pagnottella di grano tenero di circa 1/2 kg