L’ultima cena di Mario Faillace con Don Carmelo Poselli

2019-01-16 L’ultima cena di Mario Faillace ..A proposito di  scarsa igiene  ricordo un episodio della mia infanzia che ebbe come protagonista un mio cugino Mario Faillace, figlio di zio Giovanni Faillace e di zia Carmela Oliveto. Era un Giovedì  Santo dei primi anni 60, noi ragazzi di Conocchielle eravamo assieme agli amici di Varco e Voscari nella chiesetta di c/da Varco per assistere al rito dell ’Ultima Cena di Nostro Signore. Il parroco

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Storia della illuminazione a Conocchielle: la “Dela”

La Luce elettrica a Conocchielle e’ arrivata nel 1970, negli anni 60 le nostre case erano illuminate dalla luce a gas che era montata solo nella cucina, nelle altre stanze ci si spostava con l’aiuto delle candele steariche, negli anni 50 e fino all’inizio degli anni 60 l’illuminazione era assicurata dalla lampada ad acetilene, la lampada simile ad una caffettiera Bialetti era formata da una camera inferiore dove si metteva

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‘U mmitu di ziti nell ‘aia dei “Caioni” in via Rauta

Conocchielle, 25 Giugno 1972, “Aria” di via Rauta In questa “aria” ( aia) ubicata in c/da Rauta tra le pagghiere, le case dei fratelli Vincenzo ed Agostino Ciminelli “Caioni” e quelle dei fratelli Faillace Gennaro e Giovanni, si tenevano anche i banchetti nuziali (MMITI), curati e pagati dallo sposo, a base di carne di pecora, soffritto di frattaglie e pasta di ziti. Le posate, i piatti utilizzati durante il banchetto,

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Conocchielle ieri

La c/da Conocchielle negli anni 50 e 60 contava circa 300 abitanti, molti artigiani dalle contrade vicine venivano a lavorare nei mesi estivi a Conocchielle: Giuseppe Propato (Pippinuzzu u Lupu) da Viggianello faceva il sarto e suonava la chitarra, Zu Francisco Ginnirali di c/da Frida era il Falegname, Mariu Crocchiu di Pedali faceva lo stagnino (caudararo). Minicuccia Genovese di Viggianello lavorava da sarta da Ottobre a Giugno perchè seguiva il nipote Tonino De Tommaso, morto per infarto a 30 anni, che insegnava nella

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Fratelli e sorelle di mio padre Nicola Propato

Conocchielle 22 Marzo 2015 I nonni Biagio Propato e Mariantonia La Camera hanno avuto 9 figli: ROSINA PROPATO nata a Conocchielle il 14/10/1926 e deceduta a Nemoli in data 07/11/2021, sposata con De Tommaso Giovanni nato a Viggianello in data 07/07/1919 ed ivi deceduto in data 30/03/2006, ha avuto tre figli: Filomena (Minuzza) n. a Viggianello il 28/09/1949, sposata con Del Giudice Domenico n. a Viggianello il 11//09/1943 , ha

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Ricette nel villaggio delle favole

MIRLINGIANI ARRIGANATE (Melanzane all’0rigano):  Si dividono le Melanzane   a metà, la polpa va tagliata a quadretti ma non deve essere asportata. Si  salano le melanzane  e si lasciano riposare  per un’oretta,  in modo che perdano acqua. A parte si prepara un  miscuglio di mollica di pane, formaggio, aglio , pepe, origano e pezzettini di pomodori o pomodorini. Si dispone il ripieno sulle melanzane, tra  e sopra i quadretti della polpa

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Alimenti principali a Conocchielle nel 1° cinquantennio del 1900

L’alimentazione base, con riferimento al primo cinquantennio del Novecento, prevedeva quasi ogni giorno i fagioli, che a pranzo si mischiavano con la pasta fatta in casa, a cena si servivano “a insalata”, conditi con olio crudo, aglio e zafaran‘ pisat‘ , oppure cucinati nelle minestre con svariate verdure (rape, cicoria, scarola, cavolo cappuccio, verza), e/o con le nnugghie. Una minestra comune, preparata nei mesi freddi era cappucci e fasuli, con

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Conocchielle: antiche unità di misura

IL TOMOLO – Tummulo –  è l’unità di misura di volume per aridi: 4/4 Sottomultipli del tomolo:  Mezzotomolo ( 2/4)  Un quarto (1/4)  Stuppieddo (1/8)  Misuredda o scutedda (1 /16) 1 tomolo = 4/4 = 2 mezzitomoli ½ tomolo = 2/4 = 2 quarti ¼ quarto = 2 stuppieddi = 4 misuredde 1/8 stuppieddo = 2 misuredde o scutedde 1/16 misuredda Sottomultiplo minimo I due estremi della misura di capacità per aridi sono: Tomolo max <> Misuredda

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Censimento case e ruderi via Gallicchi

Oggi 12 Novembre 2020 sul lato Ovest di via Gallicchi ci sono ancora dei ruderi e qualche casa semidiruta ed abbandonata, sul lato Est tutte le case ed anche i ruderi sono scomparsi, resiste solo la casa abbandonata di La Camera Nicola “Monti” nei pressi della quale c’era una grande quercia venduta ai Monti da Vincenzo Gallicchio padre di Gallicchio Francesca madre di nonno Biagio. Nella casa n. 7 abitarono

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