Vicinzino La Camera “puntiddo”

Vincenzo La Camera “i Puntiddu “, figlio di Antonio La Camera e di Nicolina a “Puntidda“, ricchi e laboriosi pastori. Vincenzino alla fine degli anni trenta conseguì un diploma di scuola superiore ed era nella nostra contrada, abitata da gente analfabeta, l’unico in possesso di un titolo di studio. Era molto amico di zio Francesco Propato e spesso si recava nella bottega dove zio lavorava, per tenergli compagnia e per

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“Carnilivar ‘i pagghi” negli anni 30-40

Za Maria a “Chidaia“,  za Maria a “Vuttafuoca” e “Ncicca a Pidalisa” preparavano a Carnevale un fantoccio di paglia, “Carnilivari ‘i pagghia“, vestito con gli abiti della festa:  giacca e pantaloni,  scarpe e cappello erano del marito  di za Maria a Chidaia, emigrato in America; le dita della mano del fantoccio venivano adornate da molti anelli; il volto era formato da una maschera  di carta colorata, nella quale c’erano disegnate l’apertura  della

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I Capillari

Erano dei venditori ambulanti provenienti dal salernitano, dal napoletano, dalla Calabria che giravano, negli anni 60 e 70,  nelle nostre contrade, con dei furgoni, dei camioncini traboccanti di oggetti di plastica e utensili per la casa : secchi, bagnarole, caraffe, barattoli vari, tini, scolapiatti, scolapasta. Spesso si consumava un baratto fatto con capelli,  con vecchi attrezzi  dismessi del contadino, del pastore, oppure con  vecchi mobili che adornavano le nostre umili case. Gli oggetti

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Le “terme”a Conocchielle

  Mio zio Vincenzo Propato nato il 27 Gennaio 1947, ricorda che nella sua infanzia, sua sorella Teresa, con l’aiuto di mio zio Peppe Faillace, spesso, d’estate, lo rincorrevano per fargli il bagno e lo bloccavano nella cunetta, detta “acqquara“,  dove scorreva  all’aperto nei mesi estivi acqua fresca non potabile utilizzata per adacquare gli orti  di tutta la contrada. D’estate i ragazzi si lavavano e nuotavano anche nelle acque del Torrente

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L’ultima cena di Mario Faillace con Don Carmelo Poselli

2019-01-16 L’ultima cena di Mario Faillace ..A proposito di  scarsa igiene  ricordo un episodio della mia infanzia che ebbe come protagonista un mio cugino Mario Faillace, figlio di zio Giovanni Faillace e di zia Carmela Oliveto. Era un Giovedì  Santo dei primi anni 60, noi ragazzi di Conocchielle eravamo assieme agli amici di Varco e Voscari nella chiesetta di c/da Varco per assistere al rito dell ’Ultima Cena di Nostro Signore. Il parroco

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Storia della illuminazione a Conocchielle: la “Dela”

La Luce elettrica a Conocchielle e’ arrivata nel 1970, negli anni 60 le nostre case erano illuminate dalla luce a gas che era montata solo nella cucina, nelle altre stanze ci si spostava con l’aiuto delle candele steariche, negli anni 50 e fino all’inizio degli anni 60 l’illuminazione era assicurata dalla lampada ad acetilene, la lampada simile ad una caffettiera Bialetti era formata da una camera inferiore dove si metteva

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‘U mmitu di ziti nell ‘aia dei “Caioni” in via Rauta

Conocchielle, 25 Giugno 1972, “Aria” di via Rauta In questa “aria” ( aia) ubicata in c/da Rauta tra le pagghiere, le case dei fratelli Vincenzo ed Agostino Ciminelli “Caioni” e quelle dei fratelli Faillace Gennaro e Giovanni, si tenevano anche i banchetti nuziali (MMITI), curati e pagati dallo sposo, a base di carne di pecora, soffritto di frattaglie e pasta di ziti. Le posate, i piatti utilizzati durante il banchetto,

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Conocchielle ieri

La c/da Conocchielle negli anni 50 e 60 contava circa 300 abitanti, molti artigiani dalle contrade vicine venivano a lavorare nei mesi estivi a Conocchielle: Giuseppe Propato (Pippinuzzu u Lupu) da Viggianello faceva il sarto e suonava la chitarra, Zu Francisco Ginnirali di c/da Frida era il Falegname, Mariu Crocchiu di Pedali faceva lo stagnino (caudararo). Minicuccia Genovese di Viggianello lavorava da sarta da Ottobre a Giugno perchè seguiva il nipote Tonino De Tommaso, morto per infarto a 30 anni, che insegnava nella

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Fratelli e sorelle di mio padre Nicola Propato

Conocchielle 22 Marzo 2015 I nonni Biagio Propato e Mariantonia La Camera hanno avuto 9 figli: Nella famiglia Propato c’è una ereditarietà per il diabete, ne erano affetti nonna Mariantonia, mio padre Nicola (diabete giovanile) e zio Carmelo, ne sono affetti zio Vincenzo, zia Maria e zia Rosina, il sottoscritto. Per mio padre e per zio Carmelo è stato il diabete una concausa importante della loro morte, perché sia l’ictus

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