Peppino Conte
Storia del barbiere Peppino Conte raccontata al sottoscritto dalla figlia Rosetta, era nato a Cassano allo Jonio il 07/04/1910, è deceduto a Conocchielle il 10/07/2001
In gioventù, dopo aver appreso il mestiere di barbiere, lavorò nel carcere di Castrovillari, li conobbe un detenuto originario di Conocchielle, che si chiamava Ntonio o Sceppo Ntullo, che era lì forse per il furto di un asino.
Antonio propose a Peppino di fargli conoscere, per fidanzamento, una ragazza di Conocchielle e così, dopo qualche mese, avvenne. A fine pena Antonio usci dal carcere ed insieme a Peppino raggiunsero a piedi Conocchielle attraverso la località Destre. Dopo aver attraversato il torrente Fauciglio scorsero nelle vicinanze di via Quarto una giovinetta, intenta a zappare la terra nell’orto dei Cudini. Era Maruzza Milano, la ragazza che Ntonio Ntullo aveva pensato di presentare a Peppino. Peppino la salutò, si presentò e da quel primo incontro informale iniziò, dopo qualche giorno, la storia d’amore che portò al loro matrimonio nel 1935. Il giovane piacque molto anche alla nonna Filomena, alla zia Rosina Faillace, a suo marito Sciushco . Nel 1936 nacque Franchino, nel 1938 Palmina, nel 1952 Rosetta. I mobili per il matrimonio furono costruiti dal falegname Francesco Ginniralö
Peppino era avvenente e fu corteggiato anche da altre ragazze che abitavano vicino alla Cappella di Mezzana.
La coppia abitò nei primi due anni di matrimonio a Mezzana Salice in località Cappella, nella casa di Vicinzino u mulinaru e lì nacque il primogenito Franchino. In seguito abitò in località Jumare, in una casetta adiacente al mulino Chiarelli di Conocchielle. Abitò anche nella casa di zu Vicienzo i Giuvannicchio in via Rauta, dove nel 1952 nacque la figlia Rosetta, in seguito nella casa dei Crijalei, ed in quella di zu Nicola i Ncicchi ubicate in via Cammaruozz, forse abitò anche in c/da Frida
La casa di zu Nicola si trovava nella stradina che porta ora alla stalla di Pidaliso, dopo la casa del fabbro Mastu Peppe e di quella di Maria a Vuttafuoco; Zu Nicola i Ncicchi era un uomo molto buono, amava i bambini, tollerava la loro vivacità e le loro malefatte. Quando esageravano diceva loro: stavitivï fermï figghi sï ci putiti stà.
Peppino si arruolò alla fine degli anni 30 come volontario nelle Camice Nere e partì per Addis Abeba ove svolse, per qualche anno, l’attività ben remunerata di telegrafista. Dopo la sconfitta dell’esercito italiano nel 1941 da parte delle truppe inglesi, Peppino fu fatto prigioniero e riconquistò la libertà dopo 8 anni. L’Italia con il trattato di Parigi del 10 Febbraio del 1947 perse tutte le colonie, compresa l’Etiopia .
Durante la prigionia in Africa la sua famiglia visse in povertà, spesso mangiava a casa di sua zia Rusina Faillace i Sciushco, che si prese cura di za Maruzza e dei suoi figli. In cambio svolgeva le faccende domestiche nella casa della Zia Rosina, che le regalò per il suo matrimonio tre tazzine di caffè, che la figlia Rosetta tuttora conserva gelosamente assieme ad un vecchio e bellissimo macinino portato dal Brasile da suo papà ed a un comodino della camera da letto dei genitori
Francischedda i Cascul’ invidiava il relativo benessere di cui godeva la famiglia di Peppino, ospite a casa della zia Rosina. La povertà era generalizzata ed interessava tutta la popolazione
Ritornato in Italia alla fine degli anni 40 continuò a svolgere a Conocchielle e nelle frazioni viciniori il mestiere di barbiere. Ha lavorato anche a Viggianello nella barberia ubicata nel chioschetto davanti alla chiesa di Santa Caterina, ed in quella di San Severino Lucano, ubicata nelle vicinanze dell’attuale sede della banca. Raggiungeva ogni mattino a piedi la sede di lavoro e faceva ritorno a piedi a Conocchielle ogni sera. Qualche volta si fermava a Viggianello a casa della figlia Palmina sposata con Nicola Ponzo
Negli anni 54-55 emigrò in Brasile dove aprì una barberia, anche il figlio Franchino, in quel periodo, all’età di circa 18 anni andò in Brasile. Ma entrambi ritornarono in Italia dopo due-tre anni
Fece, per qualche tempo anche l’operaio edile, lavorò nella costruzione del Rifugio di Piano Ruggio, che raggiungeva a piedi ogni mattina in compagnia di nonno Rocco Faillace. Aveva un passo svelto e veloce, percorreva con facilità molti km al giorno.
Conocchielle 15 Ottobre 2023, casa della figlia Rosetta in Via Quarto