Primo nucleo abitativo della contrada Conocchielle

Ruderi di via Gallicchi, lato est

le Origini del primo nucleo abitativo della contrada Conocchielle non sono note, Verosimilmente i primi pastori che provenivano da Viggianello o da altri Borghi, si stabilirono con le loro mandrie sulla sponda Ovest del torrente Fauciglio. Questa transumanza breve, all’inizio, avveniva per l’alpeggio solo nella stagione calda, in seguito si costituì un nucleo abitativo stanziale nella località NCINCIAREDDA, dove abitava la famiglia Iaschi, di fronte alla località Capitunno, e un poco più sotto, in località CALANCHI c’erano la famiglia di Caputo Vincenzo, detto u “Musciddaro” e di sua sorella Maria, sposata con zu Gustinu a Pantanisa.

Maria fu affetta in età matura da patologia infettiva (pustola da carbonchio ?) o neoplastica (basalioma ?) ad un labbro. I conocchiellesi per paura del contaggio impedirono a Maria di attrraversare il torrente Fauciglio e la obbligarono a rimanere in località Calanchi dove ella aveva la casa . I varcaiuoli erano temuti perchè andavano a rubare le ciliege a Ncinciaredda. Maria li minacciava di querela dall’avvocato Marino di Viggianello. Anche noi ragazzi negli anni 60-70 andavamo a “rubare” nocciole nel noccioleto di Nicola La Camera, papà di Turillo.

famiglia Caputo Umberto “u Riggino”

Caputo Umberto “u Riggino” , era figlio di Vincenzo Caputo “u Musciddarü” residente in località Ncinciaredda, rimase orfano di madre all’età di 3 mesi, e di padre a 8 mesi . Ebbe come balia per due mesi za Scieppa “‘a scarpa granna” di Viggianello, fu portato, subito dopo, a Cassano Jonio dalla balia Anna Palagatto a cui era morto il figlio. La signora Palagatto gli fece da mamma fino all’età di 14 anni.

Fu accolto, in seguito, dalla zia Maria ‘a Musciddara che abitava a Conocchielle. Si sposò in giovane età, ed abitò in Via Cammaruozz’, con la moglie Maruzza proveniente da Varco e con le due figlie Ninetta e Rosetta, nella casa, costruita ex novo, che era stata di proprietà dei Capuianchi.

Il legame della nostra contrada con Viggianello trova conferma anche nel Catasto dei terreni: la proprietà di molte delle nostre terre era formalmente, fino a 60-70 anni fa, della famiglia De Filpo di Viggianello, Quasi tutti i terreni e gli immobili venivano venduti con scrittura privata, che non veniva registrata. La proprietà si trasferiva di mano in mano in assenza di atti formali, ufficiali. A causa dell’uso diffuso, nel passato della scrittura privata, alcuni terreni della nostra contrada risultano, tuttora, di proprietà della famiglia De Filpo di Viggianello.

In località Ncinciaredda sono tuttora visibili dei ruderi – casalini – dell’antico insediamento abitativo

Quando pioveva il passaggio dall’una all’altra sponda del torrente Fauciglio era reso difficile, se non impossibile, dalla piena, perchè non c’erano passerelle, o ponticelli idonei per resistere alla violenza dell’acqua. Si faceva uso di scale di legno su cui si poggiavano delle tavole

Antonio La Camera “Curriolo“, era padrino di Battesimo di mio zio Peppe Faillace, sua madre diventata pazza annegò in un pozzo del torrente Fauciglio sopra la località Capitunno. In verità non annegò nel fosso Fauciglio, morì verosimilmente per precipitazione; si era nel mese di Maggio e acqua non ce n’era nel torrente, si trattò probabilmente di suicidio maturato a seguito della morte del figlio Carmine avvenuta in montagna colpito, mentre lavorava, dalla cima di un albero di faggio

Da un ponticello che portava a Ncinciaredda cadde nel fosso di Fauciglio anche Dunatu ‘i “Iaschi”, che venne trasportato a valle dalla piena fino ai cerri di “Vascianderra“, lì venne recuperato vivo da Giovanni “i Ciccilli” e da Vincenzo “Carcazanchi” che a gambe divaricate lo bloccarono, là dove il fiume pianeggiava, e lo salvarono mettendolo a testa in giù e scuotendolo energicamente gli fecero uscire tutta l’acqua che era entrata nei polmoni e nello stomaco. Zia Maria “Magnopra” che ci ha raccontato questo episodio in una intervista del 1985 riferì che a Dunatu gli uscì acqua “p’a vucca e pi naschi

Dalle abitazioni poste sul lato Ovest del torrente Fauciglio, i pastori, verosimilmente si spostarono gradualmente anche sulla sponda Est in località PUMARI, a qualche centinaio di metri dall’attuale casa di Umberto Caputo “u Riggino”.

Via di Pumari

In località Pumari, da circa 60 anni non vi abita più nessuno, e sono presenti scarsi ed inconsistenti ruderi di antiche abitazioni. Senz’altro vi abitarono Giovanni Lo Duca detto “Menzaredda“, la famiglia dei Capuianchi, e Za rosa ‘a Muzzichenta.

Giovanni “Menzaredda” Lo Duca sposato con za Caterina, Za Rosa a “Muzzichenta” sposata con Antonio Gallicchio detto Giacubbino, si trasferirono in seguito in Via Gallicchi.

I Faillace, di certo, provenivano da Morano Calabro, è da dire però che dalla Calabria, arrivavano soltanto commercianti che scambiavano i loro prodotti con una popolazione già presente nel nostro borgo. Gli spostamenti delle greggi, delle mandrie , dei pastori e delle loro famiglie, di cui il sottoscritto ed i miei avi siamo stati testimoni , erano diretti verso la Piana di Sibari e non verso la nostra montagna. I muranisi portavano a Conocchielle olio e vino

Ncicco a Muranis‘, era il padre dei fratelli Nicola e Federico Faillace “i Ncicchi“, residenti, sposati, e deceduti a Conocchielle, provenivano da Morano Calabro. Mio nonno Rocco Faillace, il fratello Gennaro raccontavano di aver visitato a Morano i resti della casa dei nonni paterni.Il padre di Nonno Rocco, di Gennaro e di Giovanni si chiamava Giovanni Faillace, Il nonno si Chiamava Rocco ed era forse Fratello (?) o cugino (?) di Ncicco a Muranis’

Via Gallicchi, rudere della casa di zia Teresa Gallicchio

Un’altra ipotesi porterebbe a considerare un flusso migratorio di mandrie e di uomini, provenienti dalla Calabria, attraverso la Scala di Gaudolino e non da Viggianello o da altri borghi viciniori. A favore di questa ipotesi c’è nella nostra contrada una presenza importante di persone che portano il cognome Faillace. e di un rione che è quello di via Gallicchi che intercetta proprio la via della Montagna

Anche il capostipite della famiglia Ntamati era calabrese e si chiamava De Marco Giuseppe, proveniva da Cassano allo Jonio, era sposato con za Caterina Traqquinio Mandarino (?) ed avevano 7 figli: Carmine del 1912 (?), Giovanni sposato a Mezzana, Vincenzo del 1907, Antonio del 1911, Micuzzo sordomuto del 1919, era forse il più piccolo, Francesco, Salvatore sposato con una sorella di Turillo La Camera

La presenza a Conocchielle, nella prima metà del 900, di un rione popolato in via Gallicchi, con case ben costruite, a due piani, potrebbe essere un segno indiretto di un flusso migratorio che da Ncinciaredda , Calanchi, Pumari guadagnava le zone viciniori e lì stabiliva la propria residenza. La parte inferiore della contrada Conocchielle – Cammaruozz’, Rauta, Quarto – aveva strutture abitative, semplici, anguste, e ricoveri per animali attorno alle abitazioni.

La presenza numerosa nella valle del Frido di altri borghi, ubicati lungo il fiume, fino alla costa ionica, giustificherebbe anche l’ipotesi di una migrazione nei nostri territori montani, ricchi di pascoli e di acqua, di pastori e mandriani provenienti dai territori siccitosi della Marina di Policoro .