Za Rosa ‘a “Strampalata”e la grande testa
Za Rosa ‘a “Strampalata” con il marito Francesco svernavano, ogni anno,, assieme alla loro famiglia, nella Marina di Policoro: mondavano il grano, raccoglievano le olive, tagliavano la legna presso le masserie, i feudi dei latifondisti, dei baroni.
Una sera, in località Recoleta, mentre za Rosa rassettava sommariamente la casa, al termine di una faticosa giornata di lavoro, sentì bussare ripetutamente alla porta; ritardò un po’, non aprì subito l’uscio, perchè spesso i bambini bussavano per fare un dispetto e poi scappavano.
Il marito che dormiva, disturbato da quei toc toc, si svegliò all’improvviso e sollecitò la moglie ad aprire prontamente la porta, pensando di dover rispondere ad una urgenza , ad una richiesta improvvisa di aiuto da parte di un vicino. “Se non vai tu ad aprire immediatamente, mi alzo dal letto e vado io alla porta, hai capito?” urlò alla moglie Rosa, nervosamente, zio Francesco.
Za Rosa incurante delle sollecitazioni del marito, si apprestò con flemma all’uscio di casa e lo aprì. Si udì un tonfo improvviso, il marito accorso prontamente in cucina trovò la moglie che giaceva esanime al suolo, come morta, pallida, fredda. Dopo qualche attimo rinvenne, e raccontò di essere svenuta, dopo aver visto una enorme testa di uomo riempire quasi completamente l’apertura della porta.
Zio Francesco, dal fisico possente e dal carattere risoluto, sebbene fosse mezzo nudo, uscì subito fuori dalla Casedda, vi girò attorno nel tantativo di cogliere di sorpresa e punire l’autore dello “scherzo”, ma non trovò anima viva