Zu Pietru u “Castruviddaru” e zu Ntonio Lauria u “Ritunnaru”
ZU PIETRO u “Castruviddaru”:
Era un fruttivendolo ambulante, veniva da Castrovillari, attraverso la Scala di Gaudolino, vendeva frutta verdura, lattuga, pomodori, piantine di cipolla e d’aglio, che caricava nei cofani fissati sul basto dell’asinello.
I ragazzi al suo passaggio, sentendolo bandire con voce stanca la sua mercanzia, ridevano a crepapelle, perché spesso passava con la sola cavezza legata alla spalla, convinto di avere dietro di sé l’asinello con la “sarma “.
In realtà, essendo la cavezza molto larga, la bestia se ne liberava facilmente e pascolava indisturbata nei prati, mangiando la fresca e tenera erba di montagna, e non preoccupandosi minimamente del suo padrone, che ignaro seguitava a camminare in compagnia della sola cavezza.
Zu Pietro rendendosi conto, sempre con molto ritardo, dello smarrimento del suo docile somarello, esclamava ogni volta con stupore: “ mammarùia hagghiu pers’ u ciucciu”.
Alla fine della giornata di lavoro non faceva ritorno a casa, perché la stanchezza ed il buio avrebbero reso difficile il ritorno attraverso la montagna, ripartiva il giorno dopo di buon’ora dopo aver trascorso la notte nel catuoio di Zu Francisco Propato in via Rauta.
ZU FILICI U NAPULITANU : storia simile a quella di zu Pietru u castruviddaru, si annunciava così quando passava: “accattate, accattate ca zu Filici nu vvena chiù”.
ZU NTONIO LAURIA “u Ritunnaru” :
Era nato a Rotonda il 13/01/1900, soprannominato “u mirciaro”, vendeva stoffe di cotone, di lana, tagli di vestiti, flanella per confezionare l’intimo, camicie, pigiami e mutande.
Viaggiava con il figlio Saverio nato l’1/03/1934, e con uno o due asinelli, da Rotonda, dove abitava, fino a Terranova di Pollino.
Il viaggio durava circa una settimana, dormiva, con il figlio Saverio, a Varco da zu ‘Ntonio Fiore o da Gnagnaredda a Mezzana. Mangiava da zu Ciucciu Dattoli, alias ‘Ncacchiapuddi
Questa attività commerciale itinerante fu svolta negli anni antecedenti alla guerra del 40 da zu Ntonio Lauria, da solo, e negli anni 50 e 60, fino al 1975, assieme al figlio Saverio, che in seguito ha lavorato come autista assieme a zio Saverio Armentano nella centrale elettrica di Rotonda