Albero genealogico della famiglia Propato

I MIEI NONNI PATERNI

Nonni Biagio e Mariantonia

Biagio Propato n. 10/03/1899, m. 27/06/1980

Mariantonia La Camera n. 12/10/1902, m. 01/07/1989

GENITORI DI NONNO BIAGIO PROPATO

Propato Nicola “u Spinazzo” n. 04/03/1867
Gallicchio Francesca n. 01/02/1870

NONNI DI NONNO BIAGIO PROPATO

Propato Biaseantonio
Teresa Rossi (?)

———————————————-

Nonno Biagio sulle ginocchia della mamma Francesca, con la sorella Caterina

Propato Nicola soprannominato “mastu Nicola u Spinazzo” era alto e molto bello, ed era anche un donnaiolo; emigrò in Brasile in giovane età e si dimenticò della sua famiglia. Quando nel 1922 nonno Biagio, cioè suo figlio, emigrò in Brasile si incontrò con il padre che viveva in miseria e lo aiutò.
Mastu Nicola, In verità, si prese cura della famiglia, e la sostenne economicamente fino a quando non seppe della relazione della figlia Caterina (‘a Filemma ) con il parroco della frazione Varco, Don Fortunato; da quella relazione, come dirò in seguito, nacque il figlio Vincenzo.
Caterina per volontà della madre svolgeva lavori in qualità di domestica nella casa di don Fortunato. Mastu Nicola non perdonò alla figlia, ed alla moglie che involontariamente l’aveva propiziata questa relazione con il parroco e tagliò ogni forma di aiuto alla famiglia che era in Italia.
La mamma di nonno Biagio, Gallicchio Francesca (za Francisca ‘a Mastunicola), ha vissuto in vecchiaia con il nipote Vincenzo, sposato con Grazia Ferrara, perché Nonno Biagio aveva ceduto la casa di Varco avuta in eredità, alla sorella Caterina, in cambio dell’assistenza alla mamma Francesca.
In compagnia di un asinello, attraversava le montagne, spesso innevate, all’inizio dell’autunno ed andava a svernare in marina a Policoro per guadagnarsi da vivere.
Ricordava il figlio Biagio che la madre lo collocava sul dorso dell’asinello e lo cingeva integralmente, per proteggerlo dal freddo, con un mantello che lasciava intravedere attraverso un piccolo pertugio solo la bocca .
Durante il viaggio nutriva i figli con pane, fichi ed altra frutta secca.

SORELLE DI NONNO BIAGIO:

a) Propato Caterina “a filemma ” sposata con Magno

b) Propato Teresa sposata con Salvatore i Capuianchi

c) Propato Domenica sposata con Valente Antonio, fratello di Valente di Nicola u Tornaialo”,

Vincenzo Propato con Grazia Ferrara

PROPATO CATERINA “a Filemma”
Sorella di nonno Biagio ebbe, prima di sposarsi con Magno, una relazione con un prete che si chiamava Don Fortunato, parroco nella frazione Varco, e poi parroco a Castrovillari; da questa relazione nacque il suo primo figlio che chiamò Propato Vincenzo detto “i Mastunicola”, che si sposò con Ferrara Grazia ed ebbe quattro figli: Mario, Michelina, Eugenio, Elio.
Don Fortunato non riconobbe formalmente il figlio Vincenzo, ma lo aiutò fornendo cibo e vestititi a Caterina, anche dopo la sua partenza per Castrovillari.
Vincenzo venne, in pratica, cresciuto dalla nonna Francesca, che restò con il nipote anche dopo che questi si sposò con Grazia Ferrara.
I primi anni di matrimonio di Vincenzo furono duri a causa della miseria e delle sue precarie condizioni di salute, soffriva di osteomielite fistolizzata ad una coscia
Anche la nonna Francesca patì a casa del nipote la fame, il freddo, e visse di stenti. La nonna andava casa per casa cercando l’elemosina e ciò che riusciva a racimolare nel suo peregrinare quotidiano lo portava a casa del nipote.
In mancanza della legna da ardere, riferiva sua nuora Mariantonia La Camera, moglie di nonno Biagio, che d’inverno za Francisca bruciava le foglie (coppe) della spiga del mais, cioè della pannocchia, che servivano essiccate, a formare il sottomaterasso (saccone) che si collocava sotto il materasso di lana, sulle tavole del letto sostenute da due cavalletti di ferro detti trastieddi .
A proposito del matrimonio di Vincenzo con Grazia, mio zio Vincenzo Propato racconta questo episodio:
Don Francesco Tùndis (arciprete di Viggianello, originario di S. Nicola Arcella) celebrò il matrimonio di Vincenzo Propato Mastunicola con Grazia Ferrara. Lo sposo avrebbe dovuto dare all’arciprete, come onorario, una gallina , che in realtà non diede mai.
Dopo qualche mese dal matrimonio,Vincenzo venne richiamato dal prete, che non aveva ancora ricevuto la gallina.
Vincenzo provò disagio per quella richiesta perché la gallina gli era stata data dalla mamma per portarla al prete, ma l’aveva mangiata e non era in grado di procurarne un’altra. Il prete rinnovò con determinazione la richiesta della gallina e gli diede ancora qualche giorno per onorare l’impegno preso. Altri giorni trascorsero inutilmente, l’arciprete richiamò di nuovo Vincenzo e gli disse, minacciandolo, che avrebbe riferito ai parrocchiani, pubblicamente, durante la messa, la mancata consegna della gallina. A quel punto Vincenzo si ritenne offeso e urlando disse al prete che mai e poi mai gli avrebbe portato la gallina. Don Francesco tenne fede alla minaccia e nella celebrazione di una messa domenicale riferì all’assemblea del comportamento deplorevole di Vincenzo e della mancata consegna della gallina.


Dal matrimonio di Propato Caterina con Magno nacquero tre figli: a) Magno Maria
sposata ha due figli e vive a Corigliano C. (Thurio)
b) Magno Francesco
sposato e morto a Corigliano Calabro, ha avuto
tre figli che vivono a Corigliano Calabro:
1. Salvatore laureando in Ingegneria
2. Maria sposata con un costruttore edile
3. Nicola
c) Magno Filomena
Sposata a Torno di Viggianello con Giovanni “ Pirretto”che morì abbastanza giovane ; dal matrimonio nacque un unico figlio che si chiama Nicola e vive a Milano.
Giovanni era vedovo quando si sposò con Filomena ed aveva tre figli nati dal primo matrimonio. Uno dei tre figli morì all’età di 17 anni per un intervento chirurgico di appendicectomia eseguito a Rotonda in un ambulatorio privato


PROPATO TERESA (Za Tresia)
Altra sorella di nonno Biagio, sposata con “ Salvatore i Capuianchi”, ebbe 4 figli:
1 Minicuccia (disabile),
2 Rosina,
3 una terza femmina,
4 un maschio che si chiamava Nicola.
I figli di Teresa, morti i genitori, si sposarono e si trasferirono in Calabria a Saracena.
Il figlio Nicola che era bellissimo andò a lavorare da ragazzo, come “furiso” c/o un ricco pastore che si chiamava Nicola ‘i Nnecco (?) Si innamorò, ricambiato, della figlia del pastore con la quale ebbe una bella storia d’amore. Il padre di lei non accettò questa relazione e lo allontanò per ritorsione dalla propria casa, Nicola rimasto senza lavoro e mortificato per il rifiuto alle nozze emigrò in America.

Salvatore, marito di za Tresia si ammalò di tumore al pancreas e fu portato da nonno Biagio a Belvedere presso la clinica di Oreste Spinelli. Dopo 10-15 giorni di ricovero fu dimesso e mandato a casa perchè il suo stato di salute era peggiorato e dopo qualche giorno morì. Al momento della dimissione nonno Biagio espose al dr. Spinelli la difficoltà di pagare, in quel momento, i giorni di degenza , e si impegnò a ritornare, al più presto, a Belvedere per sanare il debito del ricovero di Salvatore. Il dr Spinelli fu comprensivo e non fece opposizione alla proposta di nonno. Dopo la morte di Salvatore, nonno Biagio, con l’aiuto della sorella Teresa , dei suoi figli, e di altri familiari racimolò ii soldi e ritornò a Belvedere dal dr. Spinelli, che saputo della morte del paziente accettò solo parte della somma e pregò nonno di restituire ai familiari il resto.

PROPATO DOMENICA ( Za Duminica )
Sposata con Valente Antonio, fratello di Valente Nicola detto “ U Tornaialo”, ebbe un unico figlio, nato a Conocchielle nel 1931, che si chiama Vincenzo ed ora vive in Argentina.
Vincenzo cresciuto in compagnia della mamma, essendo il padre emigrato in Argentina, ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza in Italia a Conocchielle; si innamorò di mia zia Teresa, ed anche di mia zia Iolanda che erano sue cugine, ma le sue attenzioni non furono corrisposte.
Il marito Valente Antonio emigrato in Argentina, dopo molti anni tornò in Italia, con l’intento di ripartire di nuovo, con la moglie ed il figlio Vincenzo, per l’America.
Za Duminica a malincuore seguì il marito ed emigrò in Argentina in compagnia del figlio e del marito, e li morì nel 1957.
Dopo la morte di za Duminica, il marito Antonio spedì a Conocchielle a casa di nonno Biagio tutto il vestiario appartenuto alla moglie affinché ne facessero uso i nipoti. Il marito Antonio è vissuto e forse vive ancora in Argentina a Buenos Aires (?) in compagnia del suo unico figlio Vincenzo, il quale non si è mai sposato e non ha avuto una sua famiglia. Nella casa di za Duminica in via Rauta si faceva anche il teatro. Artisti itineranti si esibivano in allegre rappresentazioni teatrali dietro compensi minimi od in cambio di patate, fagioli, pane, pasta, etc…..

FRATELLI DI GALLICCHIO FRANCESCA, mamma di nonno Biagio:

a. Gallicchio Giovanni detto i “Quartieri”
sposato con Ciancio Filomena di S. Severino Lucano, ebbe quattro figli:
1 Francesco e Teresa emigrati e morti in Brasile,
2 Rosina sposata e morta a Mezzana Salice,
3 Vincenzo morto in giovane età da partigiano alla fine della guerra del 40. La guerra era quasi finita quando Vincenzo abbandonò l’esercito fascista e si arruolò con i partigiani, con loro trovò la morte in combattimento, in Jugoslavia.
b. Gallicchio Nicola detto “u nipote”
perché cresciuto dagli zii veniva da questi chiamato “ ‘u nipote “, sposato con Caterina La Camera (?) ebbe due figli:
1 Francesco e Rosa che erano cugini di Nonno Biagio, perché figli di fratello e sorella, il loro padre Nicola Gallicchio era fratello della mamma di Nonno Biagio che si chiamava Gallicchio Francesca.
c. Gallicchio Francesco (zu Franciscu ‘u nipote)
abitava a Conocchielle in via Gallicchio lato est, sopra la casa dei Ntamati, sposato con Teresa Chiarelli, sorella di Sippuzzo e di Paolo Chiarelli di Mezzana. Ha avuto tre figli: 1 Beniamino nato in Italia, 1 Nicola nato e morto in Brasile, Maria Lùssia vive in Brasile
d. Gallicchio Rosa (za Rosa ‘u nipote)
sposata con Antonio Costanzo detto ‘u Pustiero perchè andava a ritirare la posta a S. Severino Lucano, ha avuto 5 figli e 2 figlie. il figlio Antonio è morto in America, dove vivono tuttora Nicola, Domenico ed Agostino, il figlio Franchino è morto in Italia. La figlia Angelina vive a Castrovillari, Carmela vive a Policoro.
e. Gallicchio Domenica mamma di
1 Za Nuziata n. 05/04/1907, m. 05/06/1985, sposata con Peluso Antonio, e mamma di za Minicuccia
2 Nicolina Gargaglione nata dal secondo matrimonio di za Duminica , si è sposata ed è vissuta a Lungro
f. Gallicchio Giuseppe padre di Gallicchio Giovanni che morì in un incidente aereo mentre veniva in Italia per lavoro. Giovanni si occupava di import-export. Nella foto scattata nel mese di Aprile del 1950 a Rio de Janeiro era assieme alla moglie. Nell’altra foto scattata a Rio de Janeiro il 15 Giugno del 1935 era da solo e mostrava tutta la sua eleganza e la sua bellezza.

Giovanni Gallicchio con la moglie

Dopo qualche tempo dall’incidente aereo, un orologio da taschino, l’ omega d’argento di Giovanni fu regalato da sua madre a nonno Biagio Propato, il cugino più amato dal figlio. Mio nonno lo regalò a mio padre Nicola Propato.
Quell’orologio fu regalato al sottoscritto da mio padre quando era ancora in vita, adesso l’Omega vive nella mia casa e ogni volta che lo accarezzo i miei occhi si inumidiscono e le mie orecchie sentono echi di voci lontane a me care

I GENITORI DI NONNA MARIANTONIA LA CAMERA:

LA CAMERA FRANCESCO (n. 1881 ?)“detto Niculedda” Morto a 29 anni di Broncopolmonite quando nonna Mariantonia aveva 8 anni

FAILLACE FRANCESCA, zia di nonno Rocco Faillace, di zio Gennaro, di zio Giovanni e di zio Carmine

Il Padre di nonna Mariantonia, Francesco La Camera, venne cresciuto dalla madre , Za Rosa “a Niculedda“, che apparteneva alla famiglia dei Cristalli ed era originaria della frazione Torre di San Severino Lucano; Francesco emigrò in Brasile dopo la nascita dei suoi due figli: Mariantonia ed Antonio. Ritornato dopo alcuni anni in Italia con il solo scopo di portare la famiglia in Brasile, morì all’età di 29 anni per una broncopolmonite contratta in seguito ad una battuta di caccia, caccia che si concluse con l’uccisione di 6 lepri; la figlia Mariantonia aveva 8 anni, il terzo ed ultimo figlio Rocco veniva alla luce proprio in quel periodo ed era l’anno 1910.
Tutta la comunità, anche amici e conoscenti delle contrade vicine , piansero la morte prematura di Francesco La Camera, noto a tutti per la sua bontà e per la sua bellezza.

Zia Rosina Propato racconta che quando Francesco La Camera ritornò dall’America , giunse a Conocchielle a piedi attraverso la Serra, tutti lo attendevano in via Cammaruozz, verso la Casa dei Monti. Si presentò con un piccolo paniere di colore verde pieno di regalini per sua figlia Mariantonia, che riconobbe tra tanti perché aveva gli occhi grandi (Mariantonia meia a uocchi grann’) e con un sacchetto pieno di soldi nascosto sotto la giacca, che riversò nel grembiule della moglie Francesca Faillace.

Za Rosa a Niculedda aveva un unico figlio ed era Francesco La Camera, marito di Faillace Francesca e padre di Mariantonia, di Antonio e Rocco
Rimase vedova all’età di 25 anni, e morì all’età di 96 anni. Abitava a Conocchielle nella vecchia casa di zu Ruocco, dove aveva anche una piccola merceria nella quale tesseva al telaio, e barattava filo, aghi, ditali, spagnolette, spille, bottoni capisciole con uova, fagioli, ed altri prodotti locali, che andava a vendere a Castrovillari, passando attraverso la scala di Gaudolino.
I pronipoti Francesco, Mario, Nicola Propato (mio padre) andavano ogni giorno dalla bisnonna, che era buona ed ospitale, e di notte, a turno, dormivano a casa sua per tenerle compagnia. Di sera recitavano il Rosario che veniva, spesso, interrotto da qualche scoreggina fatta da mio padre o dai suoi fratelli, za Rosa redarguiva i ragazzi, che scoppiavano a ridere, e continuava imperterrita a pregare.
L’alimentazione fatta, allora, a base di fagioli e cipolla a pranzo e a cena giustificava la presenza di rumori molesti, che disturbavano la recita del santo Rosario.
Riferisce zia Rosina Propato, sua pronipote, che a za Rosa piaceva bere il vino, ed era solita rabboccare con acqua la bottiglia , affinché il nipote Rocco non si accorgesse del vino che ella beveva di nascosto; nel mese di Ottobre raccoglieva le pere “bianche” e le attaccava a mazzi al soffitto di legno.
Za Rosa indossava delle lunghe mutande che coprivano quasi tutta la coscia, ed avevano un’apertura anteriore come quella presente nelle mutande degli uomini, che le permetteva di fare la pipì all’impiedi, sollevando semplicemente la veste
Un suo nipote si sposò con za Trisina a Stella, che era una sorella dell’Arciprete di S. Severino Lucano. Da questa unione nacque un unico figlio, che morì in giovane età. Anche questo nipote, così come suo marito e come suo figlio Antonio , morì giovane

SORELLE DI FAILLACE FRANCESCA (mamma di nonna Mariantonia La Camera):

  1. Rosina
  2. Maria
  3. Filomena ( n. 28-03-1894/ m. 24-05-1989)
  • Rosina detta “zia a grossa” per la sua enorme mole, sposata con Antonio Maradei detto ”Sciushko”, ha perso l’unico figlio per meningite all’età di 18 anni.
  • Maria emigrata in Argentina, non ha avuto una vita fortunata e serena: i suoi figli hanno avuto anche problemi con la droga
  • Za Filomena ( Za Filumena ‘i Ruocco ) n. 28/03/1894, m. 24/05/1989 , si sposò con Milano Battista soprannominato “U Monaco” che aveva già un figlio nato dal primo matrimonio, che si chiamava Vincenzo “U Monaco”. Da questo matrimonio nacque “ Za Maruzza” che si sposò con Conte Giuseppe di Cassano Jonio di professione barbiere. Morto il primo marito, za Filomena si risposò con Francesco Chirieleison (zu Ciccio ‘i Crijaleio) che proveniva da Latronico. Zu Cicciu aveva un fratello, Michele, che morì in Argentina in un incidente automobilistico. Gli eredi dei Chirieleison vivono tuttora a Latronico ove gestiscono il Bar Centrale che si affaccia sulla piazza principale.

Dal secondo matrimonio di Za Filumena nacquero tre figli: 1.Carmela, 2.Vincenzo, 3.Rosina

a) Carmela Chirieleison si è sposata con Antonio Gallicchio (fratello di Gallicchio Nicola Domenico di Conocchielle detto ‘a Pignata) vive in Argentina, ha 5 figli:
. Ciccio che viene spesso in Italia ha tre figli: Marcos, Nicolas, Miguel
. Agostino
. Michelangelo
. Michele
. Susanna sposata con Agostino, ha una bambina

b) Rosina sposata con De Paola Domenico vive a Mezzana da sola , la figlia Franca s’è sposata con Antonio Ciancio, il figlio Tonino ed il marito Minicuccio sono morti.
c) Vincenzo sposato con Filomena Propato (Za Minuzza), è morto a Castrovillari. Dal matrimonio sono nati Ciccio, Minicuccia, Pinuccedda, ed Elena

Vincenzo Gallicchio, un altro fratello di Antonio Gallicchio e di Nicola Gallicchio detto la Pignata, vive in Argentina a Buenos Aires, sposato con Civale Pitrunnilla, sorella di Civale Domenico detto Badoglio, ha due figli:
• Mario
• Domenico

FRATELLI DI FAILLACE FRANCESCA :

1.Faillace Giovanni, sposato con Za Ncicca ( Gallicchio Francesca detta a Caiona), ha avuto 4 figli :
. Nonno Rocco,
.zio Gennaro, (n.18-02-1914/ m. 01-04-2002)
. zio Giovanni,
. zio Carmine (ucciso dai “Chidai”)
Giovanni padre morì in guerra in giovane età. A proposito della comunicazione ufficiale di morte che pervenne alla famiglia da parte del Ministero della Difesa, ricordava nonno Biagio, che la notizia della morte “del vostro congiunto Giovanni Faillace” venne capita solo dopo che nonno spiegò ai familiari il significato del sostantivo congiunto.

2. il secondo fratello si chiamava Faillace Giuseppe ( Zu Peppe ‘i Ruoch) sposato con Za Mariantonia a “Taccaledda “ che proveniva dalla frazione” Timpone a Loggia” di S. Severino Lucano o forse da Mezzana (?), ha avuto 6 figli:
. Rina sposata con Nicola Rubino, figlio di zu Liunu Rubino, ha abitato da sposata nella casa del suocero, ubicata di fronte alla casa di zu Giuvannu ‘i Giuvannicchio, sulla stradina che dalla casa di Umberto Caputo la Regina porta allo “strittino di Mastugustinu e in via della Funtanedda
. Liunu
. Giannino
. Vincenzo
. Mario
. Roccuccio morto in guerra, annegato probabilmente nell’attraversamento di un fiume.

——————————————————————-

Rocco Faillace senior originario di Morano Calabro era parente di Ncicco a Muranisa anch’egli moranese, i due fratelli Federico e Nicola Faillace erano, forse figli di Ncicco e cugini di Rocco

ROCCO FAILLACE senior, ha avuto 6 figli:

  • Faillace Francesca, mamma di nonna Mariantonia La camera
  • b.Rosina, moglie di Maradei Antonio sciushco
  • c.Maria,
  • d.Filomena, moglie di Milano e di Chirieleison
  • e.Giuseppe “zu Peppe i Ruocco”
  • f .Giovanni, mio bisnonno materno

NB: “Ncicco a Muranisa”sarebbe il capostipite della famiglia di mia madre Faillace Mariangela, figlia di Rocco iunior, a sua volta figlio di Giovanni, a sua volta figlio di Rocco senior, a sua volta figlio, cugino, fratello(?) di Ncicco a Muranisa
A proposito di Ncicco ‘a Muranisu che aveva piantato degli ulivi, sopra Conocchielle, nel Pantano di Cingurano senza ricavarne alcun frutto, un anonimo ironizzando su questa impresa impossibile di produrre dell’olio di oliva in zone montuose cosi verseggiava:
“Allegri citadini ca l’uogghjü ha abbasciato a Cingurano,
‘Ncicco a Muranisu ha chiantato ‘a ulivara
e ‘ u Musciddaru fa ‘u Trappitaru”.

FAMIGLIA “CHIDAI”

Origina con FEDERICO FAILLACE fratello di Nicola Faillace ‘Ncicch’ e figlio , forse, di Ncicco ‘a Muranisa; si sposò con Za Maria La Camera ‘a Chidaia; e nacquero 6 figli:

  1. Giggi
  2. Vincenzo forse il maggiore dei fratelli, sposato con Rosa Federico di Viggianello
  3. Peppino sposato e senza figli con Caterina La Camera “rimito”
  4. Carminuccio morto nella guerra civile spagnola come volontario
  5. Francesco sposato con Angiolina Viceconte ‘a Cappalonga, padre di Rico, morto sparato
  6. Minicuccia (Micuzza) sposata a Viggianello con Senzaculo ha tre figli tutti laureati
  7. Ncicca sposata con uno dei Furnedda

A proposito di zia Maria La Camera chidaia si diceva che si lavasse i piedi nel pisciaturo, era molto intelligente e simpatica, ma analfabeta, e dettava le sue lettere che scriveva ai suoi familiari a Ida Gallicchio, vicina di casa

FAMIGLIA “NCICCHI” origina con NIcola Faillace, fratello di Federico Faillace “Chidai”

  • Nicola Faillace fratello di Federico, sposato con Za Tresia ‘i Ncicchi, proveniva anch’egli da Morano Calabro ed era un figlio (?) di ‘Ncicco ‘a Muranisu. Ha dato origine ad un altro ramo dei Faillace, alias Ncicchi, di Conocchielle a cui appartengono i suoi sei figli:
  1. Za’ Pippina Faillace sposata con Cristiano Pasquale nato a New York nel 1898 nella 13 (?) strada a Marbr street, ha avuto 5 figli:
  • a) Peppino sposato con Pina, vive in Calabria,
  • b) Salvatore sposato con Ferrara Rosina, vive a Conocchielle
  • c) Teresa sposato con Vincenzo La Camera capiscio, vive a Conocchielle
  • d) Vincenzo sposato con Lina ‘a Pascalotta di Mezzana Salice, vive a Policoro in c/da Pitruddo
  • e) Nicola sposato in Calabria, è morto qualche anno fa, ha avuto un solo figlio

2. Za’ Salvatrice sposata con Cimino Antonio, non ha avuto figli. 3. Antonio sposato con Dilina Rial è vissuto e morto in America 4. Saverio sposato con una nipote di Za Maria a Magnopra perché figlia del fratello Luigi, è vissuto ed è morto anch’egli in America anche se più volte ha fatto visita ai suoi parenti a Conocchielle 5. Francesco proprietario del dopolavoro dei Cammarruozzi si sposò con Rosa Costanza “Licchetta” di Frida, emigrò e mori in America 6. Salvatore morto in giovane età nella guerra del 40 venne seppellito a Caserta, la sorella Peppina per onorare la sua memoria, chiamò un suo figlio Salvatore.

———————————————————————-

ZA TRESIA, moglie di Nicola Faillace, proveniva dalla frazione Valerie di S. Severino Lucano,

era una persona amabile e buona, pervasa da un profondo sentimento religioso.
Era molto devota ad un Santo che le avrebbe rivelato, a quanto si diceva in giro, il giorno in cui lei sarebbe morta. In effetti, raccontano i conoscenti ed i familiari che “za Tresia” seppe riconoscere il momento del suo trapasso, che avvenne, un giorno, mentre lei e i suoi figli stavano preparando il pane. Za Tresia sollecitò i suoi familiari a fare in fretta ad infornare le panelle perché lei aveva poco tempo a disposizione, doveva recarsi ad un appuntamento. Questa premonizione si avverò con inquietante precisione perché dopo qualche ora abbandonò per sempre la vita terrena per andare a ricongiungersi con il suo Signore.

——————————————————————–

FRATELLI DI NONNA MARIANTONIA LA CAMERA :

  1. ANTONIO
  2. ROCCO
Rocco La Camera con la moglie Rosina

. ANTONIO emigrò in Brasile, faceva il lustrascarpe, ma tirava avanti con difficoltà, ricevette aiuto da nonno Biagio, anch’egli emigrato in Brasile nel 1922; quando nonno Biagio rimpatriò nel 1925, incaricò il cognato Antonio di vendergli la bottega da calzolaio, che aveva in comproprietà con un altra persona e di inviargli i proventi della vendita in Italia. Antonio gli vendette la bottega per un valore di 10 lire ma non inviò una lira a nonno; con il ricavato della vendita emigrò in Argentina in compagnia di sua zia Faillace Maria, che era di passaggio in Brasile, sorella di Za Rusina “ a grossa “, e sorella di sua madre Faillace Francesca. Antonio in Argentina sposò una ragazza di nome Cecilia cha apparteneva ad una ricca famiglia di commercianti di tessuti (commerciava anche con l’Europa), che osteggiò e contrastò energicamente il matrimonio con Antonio fino ad arrivare a diseredare la propria figlia .
Da questo matrimonio nacque nel 1945 una sola figlia chiamata Elvira che si sposò con un italiano di origine calabrese (?) ed ebbe tre figlie;
Elvira ora è vedova e convive con la vecchia madre Cecilia e con due sue figlie in Argentina; mentre una terza figlia vive in Spagna.
Circa due anni fa ( 2002 ?) Elvira è stata in Italia ed è andata a Conocchielle a conoscere la terra, i colori, gli odori, che sua padre non le aveva mai raccontato, quasi a voler nascondere a sé stesso ed agli altri il suo passato di miseria e la sua storia di emigrante; prima di andare via si è impossessata di un cimelio che ha adagiato garbatamente nella sua valigia e che certamente custodirà con affetto e con un pizzico di malinconia in un angolo soleggiato e ben in vista della sua casa: si tratta di una pietra di un rudere di una vecchia casa di Conocchielle che probabilmente ha visto nascere e crescere un povero ed anonimo emigrante di nome Antonio, suo padre.
. ROCCO, detto zu Ruocco ‘u cantiniere”, perché gestiva la cantina di Conocchielle, sposato con Gallicchio Rosina, sorella di Nicola i “Ciccilli”, che morì di parto nel 1956, padre di Franchino, di zia Matilde, e di zia Minicuccia.

FAILLACE FRANCESCA, MAMMA DI NONNA MARIANTONIA LA CAMERA :

Propato Giuseppe “Pasciavanti” con moglie Francesca Faillace

FAILLACE FRANCESCA detta “Nanna Ncicca ‘” dopo la morte del marito, La Camera Francesco, si risposò con Propato Giuseppe soprannominato “Pasciavanti”. Da quel secondo matrimonio nacque una sola figlia: .Propato Filomena,”za Minuzza”, che si sposò con Chirieleison Vincenzo.

Propato Giuseppe Pasciavanti , dal 1° matrimonio avvenuto con una sorella di Giovanni La Camera detto “ Pidaliso”, ha avuto tre figli:

  • Antonio,
  • Francesco detto “’Ncicco
  • Vincenzo, vigile vigile urbano a Castrovillari, padre di Peppino Propato il tassista, di Iole, di Mena e di Giannino

Conocchielle Agosto 2004

Il menestrello

Biagio Propato

Per visionare le foto della famiglia Propato cliccare su questo link: https://biagio.propato.org/foto-antiche-della-famiglia-propato/