Bucato al fiume
Fino agli anni sessanta quando ancora l’acqua in casa non era arrivata e la lavatrice non c’era il bucato si faceva al fiume. Le poche fontane pubbliche non bastavano a soddisfare le esigenze di pulizia delle famiglie ed, inoltre. le guardie municipali impedivano e scoraggiavano con multe un uso impropio dell’acqua potabile

Sulla riva Ovest del tratto di fiume Frido che scorre in fondo alla calanca1 di Cimancio , le donne si recavano, specialmente d’estate , quando l’acqua era meno fredda, a lavare i panni, la lana grezza delle pecore ed anche le budelle del maiale. Si scendeva con i cesti sulla testa carichi di biancheria sporca, attraverso l’angusto e ripido strittino2 di Cimancio, che partiva da via Rauta, si snodava tra i campi coltivati dei Caioni, dei Cicilli e della calanca dei Chidai, ove si incrociava con lo strittino dei Ciccilli, lambiva la soprastante castagnara3 di Filuzza e terminava sulla riva Ovest del Frido. Lì si accendeva spesso il fuoco per scaudare4 nell’acqua bollente della caudara5 la lana o altra biancheria sporca. Si aggiungeva all’acqua il detersivo In polvere Olà della Mira Lanza
La biancheria veniva sfregata, e insaponata con sapone naturale fatto in casa con i grassi animali o vegetali e battuta energicamente su una pietra liscia, inclinata e bagnata nel suo margine inferiore dall’acqua corrente, trasparente e pulita. I Pantaloni, le lenzuola, poi, erano stesi ad asciugare sui rovi, sui filiddi 6 o su altri cespugli. Il resto della biancheria era stesa su fili metallici e bloccata con le poche mollete a disposizione o sulle shcune7 appuntite di legno che recintavano gli orti del centro abitato. La biancheria con sporco difficile veniva trattata a casa con la Lissia8 e sciacquata in seguito al fiume. Raccontava mia madre che, in caso di sporco consistente, sulle lenzuola stese ad asciugare di alcune famiglie, si intravedeva la sagoma della persona come nel lenzuolo della sindone, neanche la liscivia riusciva a candeggiare i panni con sporco sedimentato.
D‘inverno spesso si andava a lavare nel canale Fauciglio dove l’acqua dei pozzi presenti alla base delle cascate delle briglie del rione Quarto e del finiero9 di Sciushco era più calda e meno impetuosa di quella del fiume Frido, scendeva a valle a velocità inferiore e non rimuoveva la sabbia sottile dal pozzo , che veniva utilizzata, come spugna abrasiva, per strofinare e lavare recipienti di vetro, utensili di legno, di metallo e di coccio .
- Terreno scosceso ↩︎
- Viottolo, sentiero ↩︎
- Castagno ↩︎
- Bollire, sbollentare ↩︎
- Grosso calderone di rame stagnato al suo interno ↩︎
- Rami sottili e flessibili di salice selvatico ↩︎
- tavole di legno appuntite utilizzate nella recinzione degli orti ↩︎
- Liscivia ↩︎
- Campo di fieno ↩︎