L’aldilà: Zu Matteo i “Ginnirali” e Marcazzozzo

Zu Matteo i “Ginnirali” , padre dell’avvocato Pippinuzzo Rizzo e di Maria, era un usciere comunale, un giorno si recò in c/da Frida a casa di Antonio Fiore, la cui moglie Rosa De Angelis portava il soprannome del padre, detto “Marcazzozzo“, che era morto molto tempo addietro. Zio Matteo fu accolto con cordialità dalla famiglia Fiore, mangiò e dormì a Frida, a casa loro e godette della generosa ospitalità. A

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Za Rosa ‘a “Strampalata”e la grande testa

Za Rosa ‘a “Strampalata” con il marito Francesco svernavano, ogni anno,, assieme alla loro famiglia, nella Marina di Policoro: mondavano il grano, raccoglievano le olive, tagliavano la legna presso le masserie, i feudi dei latifondisti, dei baroni. Una sera, in località Recoleta, mentre za Rosa rassettava sommariamente la casa, al termine di una faticosa giornata di lavoro, sentì bussare ripetutamente alla porta; ritardò un po’, non aprì subito l’uscio, perchè

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Zu Giseppu i Caioni ed il puledro

Antefatto: Zu Giseppu ‘i “Caioni” era uno zio di nanna Ncicca Gallicchio -mamma di nonno Rocco Faillace- abitava in via Rauta a Conocchielle, nella casa di za Rosa Antonia e di zu Franciscu Ciminelli, che erano i genitori di Agostino, di Vincenzo e di Maria Il Fatto: Zu Giseppu era un bovaro ed ogni giorno portava le bestie al pascolo; Una sera, mentre faceva ritorno a casa, si accorse che

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Za Maria La Camera “Magnopra”: la donna dello “Spirito”

Animismo Prima di parlare di za Maria a “Magnopra”, ed anche per comprendere ciò che a breve scriverò, ritengo utile accennare all’ Animismo. E’ una forma di religione primitiva secondo la quale in ogni cosa risiede un principio vitale, o anima. L’origine della vita non è materia, è spirito. Gli spiriti si immaginano come fantasmi simili ad ombre o vapori, in grado di trasmigrare da individuo ad individuo, dai morti

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Antonio Peluso “Mattiazzi” e za Rusina

Antefatto: a) Antonio Gallicchio detto “Piedipiluso” è figlio di Pippino I “Pitrantonio e di Saveriedda i “Mattiazzi”, abitava a Conocchielle in rione Rauta, dietro la casa di Cristiano Vincenzo; da molti anni, sposato con Ida Gallicchio, ha una figlia di nome Sonia, vive a Milano b) Zia Rosina Gallicchio, moglie di La Camera Rocco detto “u cantiniere”, morì di parto in data 22/01/1956, all’età di 36 anni, assieme al figlioletto,

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Nonna Rosa Fiore e la bella signora

Antefatto: Mia nonna materna, Rosa Fiore, rimase orfana in giovanissima età, la mamma era una bella donna, si chiamava Mariangela Viceconte, e proveniva dalla frazione Mezzana Torre, morì di Spagnola, una pandemia influenzale che causò milioni di morti tra il 1918 ed il 1920. Suo padre Peppe Fiore, dopo la morte della moglie, convisse per molti anni con Gallicchio Francesca, chiamata Ncicca, moglie di Giovanni Faillace, morto nella Grande Guerra

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Innocenti Risate: zio Beniamino Costanza ed il maialino ribelle

Il giorno 25 del mese di Novembre del 1962, come ogni anno, a Viggianello si festeggiava Santa Caterina; dalle frazioni superiori ed inferiori del comune, la gente si recava nel centro cittadino per invocare la protezione della Santa e per fare gli ultimi acquisti, prima dell’inverno. Era abitudine comprare abiti pesanti, utensili per la casa, il baccalà per la vigilia di Natale, il pepe rosso in polvere (zafarano) per i

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Zio Beniamino Costanza nella casa cantoniera

Correva l’inverno dell’anno 1952, molta gente del Pollino s’era già trasferita nella marina di Policoro per svernare, anche la famiglia di zio Beniamino, allora diciassettenne, aveva trovato alloggio in marina; solo poche cose necessarie erano rimaste nella casa di Frida e bisognava portarle a dorso d’asino nella casedda di Policoro. Lo zio fu incaricato dal padre ad eseguire quel trasloco con due asini, di cui uno robusto e potente ma

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Giuvannu u Sanapurcedda

GIUVANNü U SANAPURCEDDÄ1] Era un bell’uomo, alto, longilineo, proveniva da Episcopia, aveva un fisico asciutto e armonioso con un portamento elegante. Era stempiato, indossava una giacca scura che metteva sopra il gilé, nelle cui tasche, infilava, quando camminava, i pollici; portava con sé un tagliente a forma di rasoio che usava come bisturi per castrare l’animale. Era un praticone, privo di conoscenze teoriche veterinarie, specifiche, ma con un buon bagaglio

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Mariu “Crocchiu” Palagano u caudararo

Antefatto: Mario Palagano, detto Mariu “Crocchiu” u Caudararo, discendeva da una nobile e colta famiglia di Viggianello, a cui apparteneva anche Don Domenico Palagano, minorato psichico.Abitava a Pedali in via Costa Monaci, sposato con una sorella di za Laura, ha avuto sette figlie, di cui una si chiama Anita; tre sue figlie si sposarono nello stesso giorno. L’ottavo ed ultimo figlio venne chiamato Ottavio, che da giovane, mi raccontava Maria

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