Pere antiche a Conocchielle

Seconda parte 1. Pira Vinnegna Grosso pero autunnale, alto circa 10 metri, con fronda voluminosa e fitta, con frutti abbondanti, con buccia di colore verde con venature rosse e gialle che aumentano nel frutto maturo , il grosso pero è ubicato sul lato dx della strada dei Cammaruozz, davanti alla casa di Saverio La Camera Monti, il frutto pesa  70–80 grammi ha  consistenza croccante, è dolce e molto profumato, con sentori di

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Conocchielle, 26 Luglio 2017: Pere antiche

Prima parte 1. Pira Trentatriunza (trentatré once) E’ una grossa pera invernale di forma tondeggiante che pesa circa 200–250 grammi, ha la buccia di colore verde con puntini marroni che somigliano a puntini di ruggine, che partono da una macchia rugginosa compatta, a margini frastagliati che circonda la cavità calicina e la zona peripeduncolare . Matura dopo la raccolta, che avviene nel mese di Novembre,  su ripiani di legno  o cesti ubicati nel “catuoio“, rivestiti

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Famiglia Vincenzo Milano, ” u monaco”

VINCENZO MILANO “U MONACO” Genitori di Vincenzo: Padre, Giovanni battista Milano di Cassalo allo Jonio Madre ? Vincenzo era nato dal primo matrimonio di Giovanni Battista Milano di Cassano allo Jonio, morto nella prima guerra mondiale Dal secondo matrimonio di Giovanni Battista Milano con Faillace Filomena nacque za Maruzza Milano. moglie del barbiere Conte Giuseppe Vincenzo era il papà di cumma Maruzza Milano, rimase orfano in tenera età di entrambi

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Famiglia Francesco Rizzo “Ginniralö”

Zu Franciscu Rizzo Ginniralö era un falegname originario di Viggianello svolgeva negli anni 50 e 60 la sua attività in via Rauta a Conocchielle, nella casa di Vincenzo Cristiano trasformata in falegnameria. Abitava in contrada Frida con la moglie Lucia Fucci di c/da Frida, che era una sorella di zia Angelina sposata con Rizzo Matteo fratello di zio Francesco . Di quella bottega ricordo l’odore del legno, della segatura e

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Valanzuno e Statìja

Statìja / sf. dal lat Statera, dal greco Statêra, acc. Stater-êros: che pesa , come sostantivo indica anche una moneta. E’ una bilancia a due bracci di leva, di origine romana formata da un 1° braccio detto stilo, costituito un’ asta di ferro lunga circa 80 cm, a sezione quadrangolare, tarata in kg e loro frazioni, segnati da tacche. All’asta di ferro si attacca un gancio sospensore superiore che costituisce

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Gli ultimi, i deboli del villaggio, i “ciuoti”

Scirocco e NataleErano della c/da Mezzana Salice, ma girovagavano ogni giorno per tutte le contrade vicine. Erano persone con deficit intellettivo, e trovavano utile collocazione all’interno delle nostre piccole comunità ove erano a disposizione di tutti per svolgere lavoretti manuali in cambio di cibo, di un pasto caldo. Zappavano, scavavano le patate, raccoglievano la legna, accumulavano l’acqua per il maiale, per gli altri animali. Scirocco era basso e tozzo, finì

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Vicinzino La Camera “puntiddo”

Vincenzo La Camera “i Puntiddu “, figlio di Antonio La Camera e di Nicolina a “Puntidda“, ricchi e laboriosi pastori. Vincenzino alla fine degli anni trenta conseguì un diploma di scuola superiore ed era nella nostra contrada, abitata da gente analfabeta, l’unico in possesso di un titolo di studio. Era molto amico di zio Francesco Propato e spesso si recava nella bottega dove zio lavorava, per tenergli compagnia e per

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“Carnilivar ‘i pagghi” negli anni 30-40

Za Maria a “Chidaia“,  za Maria a “Vuttafuoca” e “Ncicca a Pidalisa” preparavano a Carnevale un fantoccio di paglia, “Carnilivari ‘i pagghia“, vestito con gli abiti della festa:  giacca e pantaloni,  scarpe e cappello erano del marito  di za Maria a Chidaia, emigrato in America; le dita della mano del fantoccio venivano adornate da molti anelli; il volto era formato da una maschera  di carta colorata, nella quale c’erano disegnate l’apertura  della

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I Capillari

Erano dei venditori ambulanti provenienti dal salernitano, dal napoletano, dalla Calabria che giravano, negli anni 60 e 70,  nelle nostre contrade, con dei furgoni, dei camioncini traboccanti di oggetti di plastica e utensili per la casa : secchi, bagnarole, caraffe, barattoli vari, tini, scolapiatti, scolapasta. Spesso si consumava un baratto fatto con capelli,  con vecchi attrezzi  dismessi del contadino, del pastore, oppure con  vecchi mobili che adornavano le nostre umili case. Gli oggetti

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Le “terme”a Conocchielle

  Mio zio Vincenzo Propato nato il 27 Gennaio 1947, ricorda che nella sua infanzia, sua sorella Teresa, con l’aiuto di mio zio Peppe Faillace, spesso, d’estate, lo rincorrevano per fargli il bagno e lo bloccavano nella cunetta, detta “acqquara“,  dove scorreva  all’aperto nei mesi estivi acqua fresca non potabile utilizzata per adacquare gli orti  di tutta la contrada. D’estate i ragazzi si lavavano e nuotavano anche nelle acque del Torrente

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