“U Verbumcaro” e “U Sanpaularo”

“U VERBUMCARO”[1]

Era un vecchio cieco, robusto, calvo e di buon appetito, accompagnato da un ragazzo, andava in giro a pregare casa per casa, raccomandando con orazioni, a nostro Signore, l’anima dei morti

I suoi servigi erano a pagamento, e venivano barattati con formaggio, ricotta e grano; si racconta che mangiò in una sola volta 2 Kg di peperoni fritti e 15 uova. Era ricercato da tutti perché con le sue preghiere raccomandava l’anima del defunto a Dio ed abbreviava l’espiazione dei peccati per quelle anime che ancora non erano in paradiso.

Ognuno lo voleva a casa propria; quando entrava in una casa si sedeva e subito incomiciava a recitare preghiere e litanie per tutti i morti di quella casa o per l’anima di un solo defunto, a seconda di quello che gli veniva richiesto.

Incominciava così: “a chi dobbiamo dire stu Verbumcaro?” Proseguiva, dopo aver appreso il nome del defunto, con la preghiera di suffragio per quell’anima.

Milano Maria (cumma Maruzza), moglie di Giuseppe Fiore, mio compare di Cresima e cugino di mamma, mi ha recitato questo Verbumcaro, che viene riportato come esempio:

“U verbumcaro ‘i Ddij vulimï.

Verbu ‘i Dij di nostru Signorë.

Nostru Signore s’ha misü ïn crucë pi’ ‘na misera piccatura,

Na misera gauta e bella, ‘nu vrazzü ïn cielü e nnatu ‘n terra.

Mo gala[2] San Giuvannü c’a vucca liggènn, liggènn. E cu’ i mani liénnï, liénnï.

U piccaturu ‘a piccatricë, chi sa u verbu ‘i Ddij dice. Chi nun ‘u sa s’adda ‘mparà.

C’ha sintuto tre votë e nun s’ha ‘mparatö sckaffi ‘i fierrï

e frusta’ ‘i granatä.

Supa ‘na petra ‘i marmurü assittatö

‘na parola l’annö”

AMMENN

“SANPAULARO”[3]

Era un uomo che proteggeva con le sue preghiere a pagamento le mammelle degli animali da latte dal morso dei serpenti, veniva chiamato dai pastori per allontanare i serpenti dall’ovile. Il suo lavoro consisteva nel preparare un miscuglio di acqua, sale ed altro, che spargeva per tutto l’ovile, mentre recitava delle preghiere e delle formule di rito, che tenevano i serpenti lontano dagli animali. La paga era in natura, gli si dava come ricompensa per i suoi servigi grano, formaggio, ricotta, che egli accettava volentieri

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[1] Verbum caro factum est, significa che il verbo, Dio, s’è fatto carne, è diventato uomo. Nella teologia cristiana il Verbum (Verbo, Parola diventata carne) è la 2° persona della Santissima Trinità, Gesù Cristo, il quale nella terminologia usata dall’evangelista Giovanni, è il Logos, o Verbo, o Ragione Eterna, Sapienza del Padre Incarnata ( da il nuovo Zingarelli, Editore Zanichelli)

[2] scende

[3] San Paolo protegge dal morso dei serpenti